L’Italia decide di non decidere.
Nonostante il Venezuela ospiti la quarta comunità italiana all’estero con poco meno di due milioni di oriundi del Bel Paese che vivono nella “Repubblica Bolivariana” e l’Italia sia la sede di elezione di 150.000 cittadini venezuelani, la quinta comunità più grande della diaspora del Paese latino-americano.
Nonostante le modeste relazioni economiche e i magri interessi delle Big Companies italiane in loco: ENI vi produce 61.000 barili di petrolio al giorno, più o meno quanto nel giacimento di Trecate... Non risulta, per altro, che al di là dei ringraziamenti di Maduro siano arrivate offerte o fatte pervenire richieste del Cane a sei zampe che giustifichino politicamente tanta ignavia.
Nonostante per noi un Venezuela pacificato e di nuovo aperto ai commerci vorrebbe dire una marea nera di petrolio (e in parte anche di gas naturale) che si riversa nei mercati mondiali e fa crollare i prezzi. Certo, questo non conviene a molti produttori di petrolio che se il prezzo del greggio scende troppo… lo devono vendere letteralmente sottocosto, come lo yogurt in procinto di scadere al supermercato: ma chi ci governa e le opposizioni, si sa, sono uomini d’onore che per prima cosa pensano all’interesse nazionale e non barattano il Venezuela con nessuna relazione di amicizia o per posizioni puramente ideologiche…
Nonostante tante premesse, giustificative di una presa di posizione contraria a un satrapo asiatico come Maduro, traditore persino del chavismo, oggi, come nel 1914, abbiamo deciso, nonostante le giuste proteste del ministro degli Interni e secondo azionista del gabinetto Conte, di non schierarci. Lo abbiamo fatto secondo una vergognosa tradizione, per cui nel momento nel quale la Storia bussa alla porta e le decisioni vengono prese da tutti gli Stati, noi ce ne stiamo da una parte, in attesa degli eventi. Lo abbiamo fatto senza curarci nemmeno degli interessi di media potenza politica e di una comunità italiana comunque ridotta in miseria. Eppure, il Paese latino-americano è “particolarmente rilevante”, come dicevamo, “per i tanti italiani che vivono in Venezuela e per i tanti venezuelani di origine italiana. Una condizione che ci richiede senso di responsabilità e chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e i nostri partner l'Ue”. Sono parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale “non ci può essere incertezza o esitazione sulla scelta tra volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile”1.
Niente di nuovo sotto il sole…
1Quante volte, chi scrive, si è chiesto come sarebbe cambiata la Storia d’Italia se nel 1914 (Prima guerra mondiale), nel 1922 (marcia su Roma) e nel 1938 (leggi razziali) al Quirinale avessimo avuto un uomo come l’attuale Capo dello Stato e non il mai rimpianto "Curtatone"…
Foto: archivio Quirinale