Esiste in Siria un caposaldo del governo siriano che da anni resiste alla disfatta. Parliamo della città orientale di Deir Ezzor, una piccola città sulla carta, un importante hub petrolifero di fatto.
Negli ultimi giorni il celebre Osservatorio siriano per i diritti umani ha segnalato significativi movimenti di uomini e mezzi dell'ISIS attorno alla parte della città ancora in mano a Damasco.
Come per Palmira, la totale conquista dell'area rinvigorirebbe il morale dei miliziani neri, a testimonianza del Pentagono: “fiaccato dal mancato pagamento degli stipendi da mesi ed evidenziato dal calo degli attacchi con veicoli bomba”.
La resistenza dei lealisti siriani di Deir Ezzor è tanto eroica quanto drammatica. Vengono riforniti con un collegamento via aria con la città di Al Hasaka per mezzo di elicotteri, una linea logistica alquanto incerta ed insicura vista l'alta presenza di MANPADS (missili terra-aria spalleggiabili). Gli stessi vettori devono anche provvedere contemporaneamente alla turnazione (quando proprio necessaria...) degli uomini, all'evaquazione dei feriti ed ai rifornimenti. Possiamo solo immaginare il dramma vissuto in quel contesto in coincidenza del bombardamento della coalizione internazionale nei confronti dei lealisti “scambiati” per militanti del Califfato (v.articolo). Lo scorso 17 settembre le vittime furono 84. Facile dunque immaginare che i feriti fossero almeno altrettanti visto che all'attacco aereo ne è poi seguito prontamente uno da terra dell'ISIS...
Gli elicotteri che collegano il presidio trasportano regolarmente 12 soldati (numero raddoppiabile in caso di necessita e senza carichi supplementari). La base di destinazione è, come anzidetto, quella di Al Hasaka, un'altra “Fort Apache” circondata stavolta dalle milizie curde. Dopo aver cecchinato alcune decine di soldati di Damasco la scorsa estate, i curdi sembrano rispettare una tregua nell'area, tuttavia la caduta di Al Hasaka significherebbe automaticamente la perdita di Deir Ezzor.
Se i curdi non faranno mai un simile favore agli acerrimi nemici del Califfato, non è altrettanto certo che avranno un simile riguardo quando l'ISIS sarà definitivamente sostituito dalle “politically correct” SDF (le “Forze Democratiche Siriane”).
Il dipartimento della Difesa statunitense riporta, nel frattempo, che le SDF, sarebbero a soli 4 chilometri dalla capitale del Califfato, Raqqa.
(foto: Esercito Italiano / Southfront.org)