Benché ancora sia molto prematuro parlare di ritorno alla normalità, la situazione nell’area metropolitana di Aleppo migliora di giorno in giorno.
Dopo la diffusione dei dati UNICEF nei giorni scorsi sulla riapertura di 20 scuole elementari, il ritorno all’istruzione per 6500 bambini, l’inizio per un supporto psicologico pediatrico e l’inizio dei corsi d’istruzione sul pericolo degli ordigni inesplosi, continua l’opera di bonifica del territorio messa in atto dalle forze armate russe.
Nella lista delle priorità spicca la messa in sicurezza dell’area urbana minacciata da IED e campi minati.
Secondo quanto dichiarato da Igor Mihalik, capo del Centro Russo Internazionale Antimine, l’esercito russo avrebbe provveduto direttamente alla bonifica di 3210 edifici, 200 strutture sociali, 2.000 ettari di territorio e 709 km di strade. Sarebbero invece quasi 30.000 gli ordigni esplosivi neutralizzati nelle aree strappate agli jihadisti lo scorso dicembre. In tutto, sarebbero circa 10.000 i cittadini siriani tornati nelle loro case (o quel che ne resta) nei distretti orientali di Aleppo.
Dopo la bonifica diretta le forze armate russe stanno provvedendo ad istruire militari e polizia siriani sul tema. Il primo gruppo di 70 operatori siriani ha iniziato l’addestramento il 31 gennaio. Il personale formato sarà presto in grado di accelerare la complessa opera di sminamento che riguarda ancora tutta l’area della seconda città siriana occupata per anni dai fondamentalisti islamici.
Il ritorno alla normalità passa anche per il ripristino della sicurezza di base, in una città abbandonata alla guerra per più di quattro anni. Grande rilievo alle operazioni sul territorio è stato dato al battaglione di Polizia Militare russo operante ad Aleppo, costituito prevalentemente da soldati ceceni.
I circa 400 ceceni coinvolti, come dichiarato dallo stesso Kadyrov, Presidente della repubblica caucasica e fedelissimo di Putin, sono di religione islamica e quindi particolarmente adatti all’interazione con la popolazione locale, che avrebbe già manifestato apprezzamento.
Reparti speciali ceceni erano già stati spiegati in Siria in passato, ufficialmente per la protezione della base aerea di Hemeimeem a Latakia.
(Foto: СвРФ)