L’isolamento diplomatico e fisico del Qatar continua. Al blocco navale imposto dalle nazioni del Golfo, per volontà saudita segue l’ultimatum che Riad, tramite il Kuwait, ha fatto recapitare alla casa reale di Doha. Secondo quanto riportato da Skynews Arabia i sauditi chiedono al Qatar di interrompere ogni contatto politico e finanziario con Hamas e con la Fratellanza Musulmana; di interrompere le trasmissioni di Al Jazeera e di non interferire nella politica dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Il tempo di risposta è indicato in 24 ore.
Da parte sua Doha ha allertato le forze armate (12.000 uomini attivi permanentemente), portando lo stato di allerta al più alto livello. 16 carri armati Leopard (dei 60 di cui dispone su una forza corazzata di circa 90 unità) sarebbero stati già schierati in punti strategici della capitale.
In una nota ufficiale inviata ai governi di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein si sostiene che ogni mezzo navale che tentasse di entrare nelle acque territoriali del Paese verrà considerato ostile e conseguentemente colpito.
Mentre si aspetta una mediazione del Presidente Trump, che dopo le dichiarazioni filosaudite iniziali sembra ora più disposto al riconoscimento del Qatar come parte di un’alleanza contro il terrorismo, le conseguenze sul piano internazionale si fanno sentire.
Secondo quanto riportato da QNA (l’agenzia ufficiale di notizie qatarina) mercoledì 9 giugno il contingente del Qatar impegnato nello Yemen è stato espulso della Coalizione a guida saudita. Erano più di 1000 i soldati del Qatar impegnati a difesa dei confini tra Arabia Saudita e Yemen.
In particolare sono state ritirate le truppe di stanza nella base aerea di Khamis Mushait (sudovest della penisola arabica) e la guarnigione della base di Najran, a ridosso del confine con lo Yemen.
(foto: Qatari Army)