L’intervista al ministro dell’Interno e delle Municipalità libanese Nohad El Machnouk definisce un quadro completo della situazione politica internazionale all’interno del Libano. Membro del Movimento il Futuro, all’interno della Coalizione 14 marzo, fa parte delle commissioni parlamentari per i diritti umani e affari esteri e della commissione ministeriale che si occupa della crisi dei rifugiati siriani.
Giornalista con la vocazione politica, nel 1992 diventa consigliere politico dell’allora primo ministro Rafic Hariri; prosegue poi la sua carriera giornalistica diventando editorialista di importanti testate libanesi sino al 2009 quando decide di candidarsi alle elezioni parlamentari. Nel 2014 viene nominato, dal governo di unità nazionale di Tammam Salam, ministro dell’Interno e delle Municipalità, oggi possibile candidato a diventare lui stesso primo ministro.
Ideatore della Strategia di Sicurezza Globale, per ripristinare la sovranità dello stato su tutto il territorio libanese. Attualmente ha l’arduo compito di monitorare e definire i piani governativi necessari a combattere il terrorismo e proteggere il suo paese dalle tante ripercussioni derivate dal conflitto siriano e dalla presenza dello Stato Islamico in Iraq.
Nonostante la sua posizione politica si è astenuto dal sottoscrivere il punto della dichiarazione dei ministri dei paesi arabi, tenutasi a Tunisi nel marzo scorso, che proclama il partito Hezbollah, membro del governo libanese, e le istituzioni affiliate come organizzazioni terroristiche.