Il mufti di Sayda Sheikh Salim Sussan, sunnita, nell’intervista ha evidenziato le tante difficoltà della zona di Sayda, nel sud del Libano ove lui opera.
Il nemico israeliano - dice - continua a minacciare il popolo libanese ed è la causa delle gravi problematiche prodotte dalla presenza di un numero elevato di profughi all’interno dei confini libanesi. Sottolinea pertanto che l’origine del problema non è da rilevarsi nella presenza di tanti rifugiati, che sono invece la conseguenza di un progetto orchestrato dall’esterno e della quale nessuno vuole assumersi le responsabilità di una possibile soluzione.
La sofferenza che si incarna nelle persone costrette a convivere in situazioni sociali, sanitarie e igieniche drammatiche, senza servizi e strutture crea necessariamente una situazione di allarme. Domanda dove siano i diritti umani e dove sia la comunità internazionale, completamente assente da una questione che dura ormai da oltre 70 anni.
L’errore principale inoltre si attualizza quando si vuole imporre una falsa idea dell’islam che ama definire i musulmani “tutti terroristi”; non si può confondere la religione con il terrorismo e chi si macchia dei crimini contro gli esseri umani non può essere riconosciuto come religioso.