Continua virulenta la guerra nella regione del Golan, in Siria. Le notizie delle vittorie delle truppe di Assad su tutti i fronti, spingono Israele alle contromosse. L’area di Dar’a, a ridosso del confine con lo Stato ebraico è al centro di scontri durissimi fra forze pro Damasco e ribelli.
L’alleanza tra Hay’at Tahrir Al-Sham e il Free Syrian Army, sfociata nel cartello Esercito di Maometto, continua nel suo tentativo di riportare pressione a ridosso di Damasco (distante soli 80 km) e distogliere forze fresche siriane dalla riconquista di tutto il sudest del Paese.
Dopo le pesanti sconfitte dei giorni scorsi, i ribelli stanno in queste ore concentrando gli sforzi sulla città di Khirbet Ghazaleth, dove sarebbe in corso un pesantissimo fuoco di artiglieria teso a colpire le infrastrutture logistiche lealiste.
Sulla sponda siriana, unità del Reggimento Golani dell Forze di Difesa Nazionali e reparti della 4a Divisione meccanizzata sarebbero affiancati da paramilitari sciiti e in particolare dalla cosiddetta Divisione Radwan di Hezbollah, formata da truppe d’assalto altamente motivate e ben addestrate.
La principale preoccupazione di Israele è proprio l’aumento della presenza di Hezbollah sulla fascia di confine tra Siria e Giordania riconquistata da Assad e in particolare nel territorio tra il Golan e Dar’a. L’area alle spalle di Quneitra (città siriana abbandonata) ufficialmente smilitarizzata dall’ONU dopo il 1967, è in grande fermento. Lo sforzo dell’esercito siriano di riconquistare anche questo pezzo di confine meridionale dopo l’importante vittoria in primavera di Suweida, è stato contrastato da Tel Aviv con un coinvolgimento diretto fin dal primo momento. L’aviazione israeliana ha effettuato numerosi raid contro le truppe siriane nelle ultime settimane, garantendo de facto copertura aerea ai miliziani jihadisti ribelli.
Il possibile ritiro USA dal posto di confine siro-iracheno di Al Tanf, ormai privo di rilievo strategico, e il possibile trasferimento di ribelli filoccidentali da Al Tanf al Kurdistan siriano, aumenta ulteriormente l’ansia di Israele, costretto a incrementare le difese sul Golan per evitare di ritrovarsi in una situazione peggiore di quella dell’inizio della guerra in Siria.
L’attività militare diretta e indiretta israeliana è in continuo aumento. Fonti arabe parlano del ritrovamento presso le postazioni di Hay’at Tahrir Al-Sham di equipaggiamenti forniti dallo Stato ebraico. Hay’at Tahrir Al-Sham (Movimento per la Liberazione del Levante) è una federazione di 17 gruppi jihadisti sunniti creata nel nord della Siria (governatorato di Idlib) ma presente anche a sud. Il gruppo prevalente sarebbe riconducibile ad Al Nusra, l’ex Al Qaeda siriana.
Hezbollah dal canto suo coglie l’occasione per riavvicinarsi ai confini israeliani dopo la guerra in Libano del 2006. Tra le eredità della tragedia siriana, ci sarà infatti proprio l’aumentato credito di Hezbollah, bandito dalla Lega Araba come gruppo terroristico, ma ormai bastione della resistenza contro i sunniti-filoccidentali per tutto il mondo sciita.
Secondo uno studio di Dima Adamsky, professore del Centro di Studi Interdisciplinari di Herliya, Hezbollah dall’ingresso nella guerra in Siria si sarebbe evoluto da forza di guerriglia a sistema complesso, acquisendo capacità di combattimento a più ampio respiro (strategia, guerra elettronica e tecnologica), grazie a non meglio precisati aiuti di Mosca.
Intanto la guerra continua. In queste ore continuano gli scontri in tutta il sudest.
Bonificata la Siria centrale (le truppe di Assad hanno spazzato via l’ISIS dall’area di Khanasir), l’esercito siriano continua a marciare verso Deir Ezzor, trovando comunque una fortissima resistenza da quel che resta dello Stato Islamico.
Truppe speciali russe sono segnalate a est di Palmira dalla tv sciita irachena Al Ghadeer. La conquista della roccaforte di Al Sukhnah è prevista prima della fine dell’estate. A quel punto si capirà l’entità della partita fra Syrian Democratic Forces appoggiate dagli USA e governativi, appoggiati da Russia e Iran.
La riconquista di Assad del corso dell’Eufrate a cavallo fra Siria e Iraq, sarebbe una pesante sconfitta strategica per la Coalizione anti ISIS a guida americana. A questo proposito gli USA corrono ai ripari e mettono le mani avanti, studiando un piano di permanenza di lungo periodo nel Paese arabo: di pochi giorni fa l’annuncio che la base aerea di Tabqa, strappata dalle SDF al Califfato nei pressi di Raqqa, sarà usata dalla US Air Force.
Arrivata puntuale anche l’accusa del FSA di uso di gas al cloro da parte dell’esercito siriano nei sobborghi di Damasco. L’annuncio non a caso arriva immediatamente dopo la minaccia di Washington che metteva in guardia Assad dall’imminente uso di armi non convenzionali, pena un pesante intervento americano contro i siriani.
(Foto: SAA)