A 5 km di profondità la prima base per droni oceanici

(di Antonio Vecchio)
14/12/18

La Cina costruirà la prima base sottomarina per droni da esplorazione scientifica.

Il progetto - denominato “Ade” (gli inferi della mitologia greca) è stato lanciato il mese scorso dall’Accademia cinese delle Scienze e avrà un costo stimato di 160 milioni di dollari.

La base sarà realizzata nella zona Hadal, la parte più profonda dell’oceano, a una profondità tra i 6.000 e gli 11.000 metri.

Una probabile collocazione potrebbe essere la Fossa di Manila, unico luogo del Mar Cinese Meridionale con profondità superiore ai 5.000 metri, dove la placca euroasiatica incontra quella del Pacifico.

L’area di Hadal risulta di grande interesse scientifico per la elevata sismicità che permetterà agli scienziati di analizzare le sostanze chimiche sprigionatesi dal mantello terrestre, ed è situata vicino a Scarborough Shoal, un profilo roccioso per la cui sovranità Cina e Filippine arrivarono due anni fa molto vicine a un scontro.

Il Mar Cinese Meridionale, infatti, è diventato uno specchio di mare tra i più contesi del pianeta, con sette paesi che ne rivendicano ampie porzioni, non solo per ragioni di natura geopolitica ma anche per le ingenti risorse naturali che custodisce nei fondali.

I suoi abissi sono un ambiente unico, dove l’alta pressione, l’erosione, le caratteristiche morfologiche uniti alla frequente attività sismica contribuiscono a creare un ambiente quanto mai estremo.

Il professor Du Qinghai, ricercatore dell’università di Shanghai, ha affermato al South Morning Post che la realizzazione della base sarà “più difficile della costruzione di una stazione spaziale (….) e sarà come costruire una colonia su un’altra pianeta”, considerato che “nessun paese ha mai tentato una cosa del genere”.

La base risulterà vincolata con cavi di acciaio a una nave madre, comunque in grado di svolgere missioni “autonome” grazie alla intelligenza artificiale.

Essa, infatti, disporrà di piattaforme di attracco da cui i droni sottomarini saranno inviati a ispezionare i fondali, studiare le forme di vita presenti e raccogliere campioni di minerali da inviare in superficie.

La base per droni non è l’unico progetto oceanico cui sta lavorando Pechino.

Tra i tanti, vi sarebbero anche una stazione sottomarina abitabile, a 3 km di profondità, in grado di ospitare per un mese più di dieci persone e venti centrali nucleari galleggianti, la prima delle quali operativa entro il 2020.

L’interesse verso l’esplorazione dei fondali non si basa solo su motivazioni scientifiche - (il 90% dei fondali, che rappresentano il 70% del globo è ancora inesplorato) - ma indica più di ogni cosa la volontà di Pechino di - per dirla con le parole di Xi Jinping - “procedere verso il mare per accelerare la costituzione della potenza marittima cinese” .

Un lungo processo di trasformazione, militare e industriale, nel cui ambito l’intelligenza artificiale - che vedrà la Cina leader mondiale entro il 2030 -, e la sua colossale capacità manifatturiera, forgeranno una superpotenza che segnerà il futuro del pianeta.

(foto: Xinhua)