I primi test di volo per le cannoniere laser C-17 ed AC-130 si svolgeranno nel 2021. Nel 2023 la prima squadriglia pesante equipaggiata con sistemi laser sarà operativa. Nel frattempo, i progressi nella miniaturizzazione continueranno fino alla configurazione laser sui caccia. E’ questa la nuova stima dell’Air Force Research Laboratory.
AC-130 e C-17 saranno equipaggiati con armi laser da 150 kW con test di volo che si svolgeranno presso il White Sands Missile Range, nel New Mexico. Tecnicamente è molto più facile adattare un'arma laser su un vettore terrestre o su una nave della Marina. Basti pensare alla prima e unica arma laser operativa al mondo installata sulla USS Ponce (foto in fondo), nave da 17.000 tonnellate. Al contrario, l'AC-130J pesa ‘soltanto’ 82 tonnellate a pieno carico. L'F-15E appena 40.
Analizzando il fine tattico dei laser per l'Esercito, il Corpo dei Marine e la Marina, come l’High-Energy Laser Mobile Demonstrator, il Ground-Based Air Defense e il Laser Weapon System, si intuisce che sono stati progettati per fine difensivi. L'obiettivo finale è un laser con la potenza e la capacità (quindi la portata) di abbattere i missili balistici e da crociera in arrivo, proteggere una base, unità di terra o una task force navale.
Il laser dell’Air Force è più aggressivo. L’opzione laser sulla cannoniera AC-130 significherebbe possedere un’arma precisa e distruttiva, molto più letale dei sistemi convenzionali. Colpire un bersaglio con l’energia diretta (in riferimento all’F-15) in un contesto aria-aria, significa colpirlo in millisecondi e non più in minuti. Un missile aria-aria AIM-120 AMRAAM vola a circa 3.000 miglia all'ora, anche se il reale dato è classificato. Un laser, invece, si “muove” alla velocità della luce, cioè 186.000 miglia al secondo. Invece di trasportare una mezza dozzina di missili supersonici, un aereo potrebbe sparare centinaia di colpi laser, prima di essere rifornito da un aereo cisterna. In questo modo, la sua missione non sarebbe limitata al carico delle armi.
Poiché i laser possono sparare un numero infinito di colpi alla velocità della luce, sono l'ideale per intercettare le minacce ad alta velocità. Appare evidente il diverso approccio dell’Air Force rispetto alla Marina ed all’Esercito. Piuttosto che cercare di proteggere una nave, una base o una flotta, l'USAF si concentra sull’auto-protezione del singolo aeromobile che trasporta il laser. L'Air Force vorrebbe un laser multiuso: armi difensive / offensive che possano sparare in modalità a basso consumo per l'auto-difesa, in modalità offensiva non letale (per bruciare sensori o motori) ed, infine, in modalità letale.
Il primo sistema offensivo da 300 kilowatt sarà pronto tra il 2023 ed il 2024. Per le armi laser “tascabili”, invece, si dovrà attendere ancora un po’, forse dieci/quindici anni. Parliamo di un add-on e non di un’integrazione nella cellula, non progettata per l’implementazione dei sistemi ad energia.
Entro i prossimi due anni, Lockheed Martin dovrebbe riuscire a completare il prototipo di un laser a fibra modulare da 60 kilowatt per l’F-35. Nelle specifiche di Lockheed Martin, anche la possibilità di regolare la potenza del laser, aggiungendo dei moduli fino ad un massimo di 120 kW. Ovviamente, stiamo parlando di equipaggiamento supplementare (ad oggi solo sperimentale), che potrà essere adottato da ogni singolo paese e che esula dalla normale integrazione dei sistemi.
Lo stato dell’arte delle armi laser tascabili non sarà raggiunto prima del 2030: in teoria pronte per il futuro caccia di sesta generazione, in fase di progettazione. Tale tempistica ufficiale per una produzione seriale non tiene conto dei Black Projects in via di sviluppo e coperti da segreto militare.
(foto: U.S. Air Force / web / U.S. Navy)