Disinnesco ordigni bellici: il supporto sanitario

(di Francesco Castello)
17/07/19

Durante la prima e seconda Guerra Mondiale, l’intero territorio Italiano è stato oggetto di bombardamenti, i quali ordigni non sono sempre esplosi. Ai giorni nostri durante la costruzione infrastrutturale, abitativa e industriale ordinaria o rinvenimenti occasionali da parte dei cittadini, tali dispositivi riaffiorano.

La scoperta causa una necessità di intervento tempestivo, effettuato con personale adeguatamente formato, mezzi e attrezzature speciali, che compongono i nuclei E.O.D. (Explosive Ordnance Disposal) al fine di tutelare principalmente la popolazione, ma anche gli insediamenti e l’ambiente. Questa attività definita tecnicamente “bonifica”, rientra nelle competenze di coordinamento del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, il quale nel 2014 ha emanato una circolare atta ad organizzare le forze che intervengono in simili casi.

In breve la circolare stabilisce in cinque punti il programma esecutivo interforze: rinvenimento dell’ordigno, segnalazione, richiesta d’intervento, ordine d’intervento e operazione di disinnesco.

Gli attori chiamati ad intervenire sono quasi sempre Regioni, Comuni, Prefetture, Forze Armate, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e Corpo Militare Volontario dell’Associazione Croce Rossa Italiana.

In ogni lavoro garantire la sicurezza degli operatori è pilastro fondamentale, senza il quale l’attività non deve iniziare. La bonifica ha sempre un grado di rischio importante, il quale richiede un supporto sanitario che va oltre l’ordinaria attività di emergenza/urgenza effettuata dal servizio sanitario nazionale per il tramite del 1.1.8., ma necessita di forme sanitarie operative di livello specialistico superiore.

La Croce Rossa Italiana con la sua componente militare, garantisce tale necessità con l’impiego ordinario di un idoneo mezzo sanitario 4x4, ovvero, il Veicolo Multiruolo “V.M.90” versione ambulanza ed un team di personale (medico, infermiere ed autista) di comprovata esperienza anche in teatro operativo o comunque con una preparazione tecnico-professionale per prestare adeguatamente il relativo soccorso in caso di bisogno. Nonostante tale preparazione e background, il Corpo Militare Volontario per il proprio personale, pianifica annualmente nel calendario didattico corsi di formazione interni abilitativi e specialistici, atti a familiarizzare con il non comune contesto tattico-operativo. Successivamente, tale fase si completa con periodi di amalgama intensi, cicli di addestramento continuo ed esercitazioni interforze con i nuclei operativi delle Forze Armate, quali ad esempio il COM.SUB.IN. della Marina Militare e i reggimenti genio dell’Esercito Italiano.

L’attività da parte dei militari della C.R.I. viene effettuata l’intero anno senza sosta, su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo centinaia di uomini che in maniera totalmente gratuita, si impegnano a svolgere i compiti istituzionalmente previsti di Protezione Civile, cosi come sancito dal decreto legislativo n. 178/12 che ha riorganizzato il Corpo e l’intera Croce Rossa Italiana, ma soprattutto facendolo in ottemperanza al giuramento prestato in forma solenne nei confronti dello Stato, poiché ogni militare C.R.I. si sente parte delle istituzioni.

Una nota particolare e comune all’apparato interforze chiamato in causa, è da attribuire agli ambienti dove il personale viene impiegato che risulta quasi sempre impervio, ovvero, con un indice di difficoltà tale che nella conduzione dei veicoli speciali utilizzati, la guida è sempre disagevole. Il ruolo del conducente molto spesso viene dato per scontato, ma è colui che ha la responsabilità di trasportare in sicurezza il personale a bordo, tutelando l’integrità e l’efficienza dello stesso veicolo.

La specificità del “V.M. 90” versione ambulanza, rappresenta ordinariamente per l’infermiere il principale compito di controllare che il vano sanitario posteriore sia disinfettato e che ogni attrezzatura al suo interno sia prontamente efficiente. Il medico nella sua competenza di comandante dell’unità militare supervisiona ogni aspetto, compito di responsabilità svolto con competenza e serietà, nei confronti sia degli stessi colleghi militari che verso terzi. In caso di intervento, l’unione sinergica di queste tre distinte professionalità determinano il risultato atteso, ovvero, salvare vite.

Il Corpo Militare Volontario della C.R.I., se necessario, può dislocare sul posto anche altri apparati militari di supporto, quali ad esempio strutture sanitarie campali modulari R.O.L.E. 1 che funge da P.M.A. (Posto Medico Avanzato).

Concludo questo articolo sottolineando un dato fondamentale per la riuscita della bonifica, il raccordo e coordinamento costantemente effettuato dagli Enti preposti tra loro, i quali dietro le quinte, ovvero nelle proprie sale operative di reparto ed uffici tecnici, ogni giorno garantiscono che le procedure siano al meglio pianificate e messe in atto, senza trascurare il minimo dettaglio per la sicurezza di tutti, cittadini e militari.

“Inter Arma Caritas”

Foto: web / CMCRI