La terza versione del casco, che sarà introdotto nella flotta nel 2016, dispone di una fotocamera migliorata per la visione notturna, schermi a cristalli liquidi ottimizzati, allineamento automatico ed un nuovo software molto più stabile.
Il casco di prima generazione è stato utilizzato principalmente per i test di sicurezza. Quello di seconda generazione equipaggia gli attuali reparti ed è utilizzato dal Corpo dei Marine, primo corpo al mondo a dichiarare la Capacità Operativa Iniziale dell'F-35B. Il casco di terza generazione, correggerà gli attuali problemi di acuità visiva del sistema di seconda generazione.
Il miglior casco del mondo costa 400mila dollari
E’ chiamato banalmente casco. E’ progettato per proteggere la testa del pilota. Ovviamente fa anche quello, ma è qualcosa di mai realizzato per un jet da combattimento.
Il pilota, indossando il casco, non vede i limiti fisici del cockpit, ma il mondo: sopra, sotto o dietro di lui. Il pilota, ruotando la testa, per esempio, non vedrà il timone di coda, ma il cielo dietro di esso. Gli occhi del pilota, infatti, saranno le sei telecamere installate sul caccia per una visione a 360 gradi. Ogni porzione di cielo è coperta dall’obiettivo di una telecamera che invia in tempo reale le immagini al pilota. La visiera del casco, quindi, diventa una finestra sul mondo.
Definirla visiera poi sarebbe troppo riduttivo. Anche questo è un termine che non spiega opportunamente cosa farà quel visore che proietterà tutte le informazioni necessarie per il volo ed il combattimento. Oltre alla velocità ed all’altitudine, per esempio, i piloti dovrebbero anche rilevare i caccia nemici in arrivo così come le postazioni terrestri a centinaia di km di distanza.
Questa tecnologia ha un prezzo. Ad aprile 2015, un singolo casco costava poco più di 400 mila dollari. Le precedenti versioni del casco presentavano problemi in presenza di turbolenza. Si sono verificati casi di latenza nel video che ha causato cinetosi nei piloti. La tecnologia di visione notturna poi, non funzionava come avrebbe dovuto. La “luce verde” oscurava la vista dei piloti. Le cose andavano così male che nel 2011 il Pentagono ha commissionato a BAE Systems un casco alternativo qualora quello in fase di sviluppo non avesse funzionato. Nel 2013, si decise di proseguire con quello della Rockwell Collins.
Il casco di terza generazione presenta migliorie sotto il profilo software e con la visione notturna. Si notano, però, problemi di condivisione tra i caccia quando questi volano insieme. Il problema non si pone quando la formazione è composta da due caccia. In quel caso, i due F-35 sono in grado di condividere le informazioni ad oltranza e senza problemi. Una formazione di quattro caccia, invece, fornisce un quadro reale instabile, fornendo ai piloti falsi segnali sui bersagli.
(foto: Rockwell Collins)