I quindici F-35A operativi messi a terra a causa dell’isolante difettoso utilizzato, torneranno a volare probabilmente entro la fine dell’anno. Tuttavia, non è ancora nota la tempistica per i 42 caccia che si trovano nella linea di produzione trattati con il medesimo prodotto: tra questi anche i caccia italiani.
A confermare questi dati il tenente generale Chris Bogdan, capo del Joint Program Office durante la conferenza annuale dell’Air Force Association. Lockheed Martin ha già annunciato di aver allestito una task force che invierà la prossima settimana per riparare i quindici caccia operativi. La scorsa settimana, l'Air Force ha messo a terra quindici F-35A dopo aver scoperto una perdita di refrigerante all’interno dei serbatoi di carburante. Successive indagini hanno confermato l’anomalia identificata nella scarsa qualità dell’isolante utilizzato, in alcuni velivoli già in avanzata fase di decomposizione. L’Air Force conferma ufficialmente l’impiego dell’isolante difettoso in 57 velivoli, 42 dei quali in linea di produzione a Fort Worth, in Texas.
Il materiale difettoso, si legge in una nota ufficiale dell’Air Force, è stato fornito da uno dei due subappaltatori utilizzati da Lockheed Martin. Messi a terra dieci F-35A schierati presso la Hill Air Force Base, nello Utah, quattro nella Luke Air Force Base, in Arizona ed uno presso la Nellis Air Force Base, in Nevada. Due dei quattro F-35A schierati presso la base di Luke appartengono alla Norvegia. In tutti i velivoli sono state riscontrate le medesime criticità. Il liquido di raffreddamento potrebbe avere contaminato il combustibile, ma si stanno sviluppando procedure per risolvere o attenuare il problema. Fino ad allora, gli F-35A trattati con l’isolante difettoso resteranno a terra. Identificato per la prima volta durante l’estate, il problema dell’isolante difettoso è stato oggetto di un’indagine interna a cura della Lockheed Martin. Nella nota diramata, Lockheed dichiara che “lo sgretolamento dell’isolante, avrebbe potuto occludere le linee di collegamento tra le ali e la fusoliera. Questo potrebbe portare ad una eccessiva pressione negativa nei serbatoi di carburante durante le operazioni a terra o positiva eccessiva durante il volo. In entrambi i casi, l'eccessiva pressione potrebbe causare danni strutturali ai serbatoi di carburante”.
L’isolante difettoso è stato utilizzato soltanto nel modello A dell’F-35. Nessun problema per le versioni B e C. L’Air Force minimizza affermando che “la sospensione temporanea delle operazioni è solo per eccessiva cautela, considerando gli effetti potenziali dell’isolante danneggiato. Anche se i test e le simulazioni sono in corso, le indicazioni iniziali suggeriscono che gli impatti sono minimi o possono essere mitigati. Tuttavia, è troppo presto per delineare i problemi specifici che potrebbero sorgere”. Il JPO ribadisce il difetto di fabbricazione e non un problema tecnico che potrebbe influire sulle prestazioni del velivolo.
Lockheed Martin precisa che il rapporto di lavoro con la società che ha fornito il materiale difettoso non è in discussione. Sui 42 F-35A in linea di produzione a Fort Worth, in Texas, è stato già utilizzato l’isolante difettoso. Il JPO rassicura sull’imminente inizio delle riparazioni, ma ignora ufficialmente la tempistica. Tra i caccia in linea di produzione trattati con l’isolante difettoso figurano quelli acquistati da Italia, Giappone, Norvegia ed Israele.
(foto: Lockheed Martin)