La Francia ha sempre dimostrato una linea d’azione strategica precisa e coerente, infatti, pur tra riduzioni e tagli, il deterrente nucleare di Parigi è oggi l’unico (dopo la Brexit) di cui dispone il Vecchio Continente.
Nonostante il riaffacciarsi sulla scena mondiale della Russia, il rischio principale per l’Europa rimane la proliferazione. Più in genere quegli attori dotati di WMD (Weapon of Mass Destruction) che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza della Nazione francese e del continente. Non si tratta di reminiscenze gaulliste d’indipendenza – l’arma nucleare come garanzia ultima della sopravvivenza di quel debole che, di fronte alla minaccia del forte e non ritenendo sufficientemente credibile la dissuasione estesa del proprio alleato, si affida a uno strumento nucleare fatto in caso – ma qualcosa di diverso. Ovvero di uno strumento nucleare ripensato per dissuadere chi voglia mettere in discussione, non tanto la sopravvivenza della Francia, quanto piuttosto un suo interesse vitale: sia questo la sicurezza del territorio d’oltremare oppure la volontà di non sottostare a nessun tipo o forma di ricatto.
In pratica questo significa che soltanto un deterrente nucleare più flessibile rispetto al passato, potrebbe garantire la sicurezza a fronte di proliferazione e di un possibile impiego di WMD da parte di stati non proprio affidabili. Quindi non si tratterebbe solo di dissuadere un eventuale folle, minacciando una distruzione sproporzionata – rispetto alla posta in gioco – attraverso la rappresaglia, ma anche chiarire la posta stessa con un eventuale strike limitato. Un final warning (strike tattico su targets militari) per dimostrare all’avversario la determinazione della Francia e, superato il quale, non rimarrebbe che la rappresaglia massiccia.
A differenza della Gran Bretagna, il cui deterrente nucleare è basato esclusivamente sulla componente subacquea, la Francia ha mantenuto una componente strategica aerea. È questa infatti che garantisce la flessibilità necessaria a soddisfare i requisiti emergenti dagli attuali scenari di crisi. Ad oggi questa componente si basa sul cacciabombardiere Rafale M, armato con il missile nucleare stand-off ASMP-A.
Il missile ASMP-A (Air-Sol-Moyenne-Portée), è il solo sistema d’arma nucleare utilizzabile dai velivoli transalpini. Il missile ha una gittata massima di circa 500 km ed è equipaggiato con una testata nucleare tattica TN81 (ma può portare anche una testata convenzionale), la fase di crociera del missile è propulsa da uno stato-reattore a combustione prolungata (liquida) mentre la spinta iniziale è assicurata da un booster a propellente solido.
La Forza Oceanica Strategica - garanzia ultima del secondo strike e quindi cuore stesso del deterrente francese – si basa attualmente su 4 sottomarini nucleari lanciamissili balistici (SSBN) classe Le Triomphant, i quali possono vantare un dislocamento maggiore in immersione (da 9.000 tonnellate a oltre 14.000 tonnellate), una maggiore silenziosità, data la cura che è stata dedicata alla minimizzazione delle fonti di suono (a cominciare da quella proveniente dall’apparato di propulsione) e alla idrodinamica dello scafo, una sensoristica avanzata, ma soprattutto, un SLBM (Submarine-Launched Ballistic Missile) avanzato, l’M-51.
L’M-51 è un missile tri-stadio a propellente solido che utilizza un sistema di guida inerziale: ha un peso di 50 tonnellate, una lunghezza di oltre 12 metri e una gittata che oscilla tra i 6.000 e gli 8.000 km (a seconda del payload).
Con la fine della Guerra Fredda, al pensionamento delle capacità nucleari, la Francia ha preferito scegliere la strada della modernizzazione, permettendo all’Unione Europea di poter schierare un deterrente nucleare credibile.
(foto: MBDA)