Gli USA devono riguadagnare la supremazia militare nello Spazio?

(di Matteo Acciaccarelli)
24/05/17

Secondo quanto comunicato in una nota dal Dipartimento di Stato statunitense, si è svolta l’audizione, davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Rappresentanti, riguardante la politica spaziale e le priorità per la sicurezza nazionale. Ad intervenire sono stati il generale dell’USAF John Raymond, comandante dell’Air Force Space Command, il lt. gen. David Buck, comandante dello Joint Functional Component-Space per il Comando Strategico statunitense (U.S. Strategic Command), Betty Sapp, direttore del National Reconnaissance Office, ovvero l’ufficio che costruisce e gestisce i satelliti spia, Robert Cardillo, direttore del National Geospatial-Intelligence Agency, l’agenzia che cura l’attività di intercettazione e di analisi dei dati trasmessi dai satelliti spia, e John Hill, in qualità di assistente del Segretario per la Difesa per le politiche spaziali.

Riguardo gli aspetti prettamente militari, sia Raymond sia Buck hanno parlato di quanto è importante far tornare lo spazio al centro della politica militare statunitense, specialmente in chiave difensiva. Il generale Raymond ha parlato di quanto lo spazio sia ormai diventato una zona di guerra vera e propria, con degli avversari potenziali sempre più “pericolosi”, in virtù dei loro sviluppi tecnologici. È proprio il rischio di perdere il dominio spaziale che deve spingere gli Stati Uniti ad investire maggiori risorse negli assetti spaziali, anche in virtù di un: “indesiderato conflitto, che se dovesse avvenire dovremmo essere certi di vincere”. Anche per questo, Raymond, ha chiesto che sia reso operativo il National Space Defense Center, ovvero il centro di difesa spaziale.

Anche per il lt. gen. Buck la politica spaziale deve tornare a giocare un ruolo centrale nel dibattito politico-militare statunitense, perché lo sviluppo avuto negli ultimi anni, con l’invio sempre più maggiore di satelliti in orbita, ha permesso di monitorare e di controllare ogni spostamento di truppe in ogni parte del globo, che siano a terra o che siano in mare.

Lo spionaggio satellitare è di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, un argomento di cui ha parlato Betty Sapp, la direttrice dell’NRO, la quale ha rimarcato l’importanza dell’agenzia da lei diretta per quanto riguarda l’intelligence. Anche lei è stata concorde con quanto detto negli interventi precedenti riguardo all’importanza di non perdere ulteriori tempo e di investire, nuovamente, nello sviluppo spaziale. Il tutto per farlo tornare ad essere una vera priorità, visto che le preoccupazioni sono tante, anche per chi deve elaborare i dati che arrivano costantemente dai satelliti. L’esempio è stato portato da Cardillo, il direttore dell’NGA, il quale ha espresso una seria preoccupazione per l’elaborazione dei dati, che senza ulteriori aggiornamenti nella ricerca e nei sistemi informatici renderà sempre più difficile informare i comandi militari di quanto sta accadendo nel mondo. Una sfida, che anche dalle parole di John Hill, si è capito quanto sia importante per la sicurezza statunitense, tant’è che, il Segretario per la Difesa per le politiche spaziali, ha rimarcato l’importanza di dare nuova linfa vitale alla “corsa allo spazio” per poter continuare a mantenere la possibilità di controllare e, se necessario, inviare truppe in ogni angolo del pianeta, rispondendo velocemente ad ogni tipo di crisi e contemporaneamente colpire con precisione. Nel mentre ovviamente, comandando simultaneamente le forze in campo in più teatri. Timore di perdere la superiorità spaziale che risiede nel fatto che la Russia e la Cina - ha concluso Hill - possiedono le capacità di poter contrastare l’intervento degli Stati Uniti nelle aree di crisi o di conflitto, attaccando, in casi estremi, direttamente i satelliti orbitanti intorno alla terra degli Stati Uniti: “Un’eventualità che va scongiurata”.

Un’audizione su un argomento, quindi, molto delicato, che si è svolta in un momento geopoliticamente ancor più delicato, con moltissime carte in tavola per gli Stati Uniti che, a cominciare dai test missilistici della Corea del Nord, sentono sempre più a rischio la loro sicurezza nazionale.

(foto: United Launch Alliance)