“I contratti con l’Iran saranno ufficialmente siglati entro l’inizio del prossimo anno. L’Almaz-Antey è in grado di assicurare i nuovi sistemi in 18 mesi dalla firma del contratto”. E’ quanto ha comunicato il portavoce della delegazione russa presente al Dubai Airshow.
Non ci sono ancora informazioni disponibili, ma l’acquisizione della versione VM del sistema S-300 appare altamente probabile. L'S-300VM è l’ultima versione disponibile per l'esportazione del sistema di difesa missilistico russo. Il SA-23 (denominazione NATO dell’S-300V) con la sua capacità di colpire obiettivi ad alta quota ad una distanza di 200 km, è in grado di minacciare il traffico aereo civile e militare ben al di là dei confini iraniani.
Secondo la Almaz-Antey, società russa che produce il sistema, l’S-300 dovrebbe essere letale contro tutti i caccia di quarta generazione e, comunque, contro tutti i vettori non dotati di tecnologia stealth. L’azienda russa sostiene anche che gli S-300 hanno una certa capacità di identificare i caccia stealth, ma queste sono soltanto supposizioni. La versione S-400, invece, è stata progettata proprio per intercettare le minacce stealth occidentali.
Il contratto da 800 milioni di dollari per cinque sistemi difensivi S-300 era stato siglato nel 2007. La fornitura fu poi congelata a seguito delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite alla Repubblica Islamica. Fornitura rimessa nuovamente in discussione dopo gli accordi sul nucleare siglato lo scorso aprile tra le potenze mondiali e l’Iran. Se l’Iran schierasse le batterie terra-aria S-300 VM sulle isole del Golfo, proietterebbe la copertura aerea fino a Kuwait City, comprese le basi di Ali al-Salem, Ahmad Al-Jaber, Al-Minhad ed Al-Dhafra. Da quella distanza, gli iraniani potrebbero coprire i giacimenti petroliferi di Zakum e Shariqah nel Qatar. Infine, i corridoi aerei utilizzati dai vettori internazionali attraverso il Golfo potrebbero essere vietati dalla minaccia iraniana durante una crisi. In quest’ultimo caso, però, ci sarebbero ripercussioni internazionali gravissime. Il missile 9M82M conosciuto come “Antey-2500”, (nome in codice NATO SA-23 Gladiator \ Giant) è specificatamente progettato per la difesa tattica contro missili balistici a medio raggio o velivoli nemici. Può seguire fino a 100 bersagli, potendo ingaggiarne 12/24 ad una distanza di 200 chilometri (124 miglia) e ad altezza di 27 chilometri (circa 17 miglia). Il SA-23 è ritenuto immune alla maggior parte delle contromisure ECM occidentali con una tangenza operativa di trentamila metri. L’Antey, una volta messo in linea, non richiede manutenzione per almeno dieci anni, mentre le sue testate sono ritenute in grado di sconfiggere anche i più moderni missili balistici occidentali. E’ guidato da un sistema inerziale con aggiornamento radio a metà percorso, mentre nella fase terminale si affida ad un radar semi attivo. Probabile la consegna di almeno un sistema ‘V4’, con una gittata di 400 km.
Per i russi, non esiste velivolo (compresi il B-2, l’F-22 e l’F-35) in grado di affrontare impunemente un sistema S-400. I sistemi S-300 (e S-400) rappresentano la punta più alta dei sistemi di difesa terra-aria russi. Sono progettati per proteggere le aree di importanza strategica. Ogni batteria può attaccare più di una mezza dozzina di obiettivi simultaneamente. La differenza principale rispetto alla precedente generazione SAM strategica, è che l’S-300 è un sistema mobile. Non solo: gli S-300 sono collegati in rete. Ciò significa che in un sistema integrato di difesa aerea, gli S-300 rappresentano una sfida impossibile da vincere per tutti i velivoli di quarta generazione esistenti. F-15, F-16 e F/A-18: avrebbero ben poche speranze di uscire indenni da un’area protetta dagli S-300.
L'opzione migliore sarebbe quella di ricorrere alla “Global Strike Task Force”: una task force combinata di F-22 e B-2. La seconda opzione, invece, prevede un massiccio attacco di missili JASSM-ER (dove ER sta per Extended Range) in un contesto che richiederebbe la presenza degli EA-18G Growler. Il problema, nella seconda opzione, è precaricare i target dei missili. Il nemico, infatti, potrebbe spostare gli S-300 rilevando il lancio dei missili.
(foto: TASS)