Israele e quel drone in grado di schivare tre missili: qualcuno ha decodificato la tecnologia USA, ma chi?

(di Franco Iacch)
20/07/16

L’unico dato certo è che domenica pomeriggio, un drone di qualche tipo ha violato uno degli spazi aerei più protetti al mondo, quello di Israele. Con un certo imbarazzo, gli israeliani hanno affermato che il drone non è stato intercettato nonostante contro di esso fossero stati lanciati tre missili. Il drone proveniva dalla Siria.

Pochi secondi dopo aver rilevato l’UAV sulle alture del Golan, gli israeliani lanciano due missili intercettori Patriot PAC-2 in rapida sequenza: entrambi mancano il bersaglio. Lo Stato Maggiore decide allora di inviare un F-16 per abbattere la minaccia, mentre tutte le postazioni di difesa missilistiche nel nord di Israele vengono messe in allarme e pronte al combattimento. Il caccia inquadra il drone, gli lancia un missile, ma non riesce a colpirlo. Il drone non sarà mai abbattuto e ritornerà in Siria senza subire alcun danno.

I servizi segreti americani ed israeliani, restano cauti nel diramare altre notizie per evitare spiacevoli contraccolpi. Lo scudo missilistico statunitense, infatti, è venduto come uno dei migliori al mondo: tale episodio potrebbe confermare che contro le minacce moderne, come gli UAV, tale asset sarebbe impotente.

Secondo l'IDF, il drone potrebbe essere di fabbricazione russa. Israele teme che il drone possa essere stato inviato da Hezbollah, che sta attualmente combattendo al fianco delle forze del presidente siriano Bashar Assad, per fotografare le manovre militari nel Golan. Speculazioni al riguardo, sebbene non vi sia alcuna rivendicazione.

In precedenti occasioni, Israele ha già abbattuto dei droni nemici sul Golan, ma quanto avvenuto dimostra l’efficacia della minaccia UAV, in grado di superare anche uno dei migliori schermi difensivi del mondo come quello di Israele. Sebbene avanzate, le difese aeree di Israele sono state incapaci di intercettare una sola minaccia UAV. Se fosse stato un attacco a sciame, la direzione in tale senso è ormai presa, i sistemi Iron Dome e David’s Sling potrebbero non essere in grado di intercettare una minaccia stratificata. O, forse, abbiamo assistito al primo episodio noto che confermerebbe un programma di reverse engineering ai danni della segreta tecnologia statunitense.

Andiamo con ordine. Nel maggio del 2014, la televisione di Stato iraniana mostrò le immagini di una replica del drone statunitense RQ-170 Sentinel. Fin dal 2011, l'Iran sostiene di essere riuscito a decodificare i segreti del Sentinel, abbattuto nel dicembre dello stesso anno dopo essere entrato nello spazio aereo iraniano dal confine orientale con l'Afghanistan. Gli Stati Uniti hanno inizialmente dichiarato di aver perso un drone vicino al confine afghano, per poi confermare l'abbattimento del Sentinel durante una missione di spionaggio sopra un impianto nucleare iraniano. Secondo gli Stati Uniti, l’Iran non sarebbe “mai” stato in grado di svelare la tecnologia del Sentinel, a causa dei protocolli di sicurezza inseriti nei droni che operano sul territorio ostile.

Il 27 ottobre del 2013, le Guardie Rivoluzionarie iraniane presentano in Russia un aereo spia senza pilota che - secondo Teheran - deriverebbe da un processo di reingegnerizzazione di un drone statunitense catturato nel 2012.

Nel dicembre del 2012 Teheran afferma di aver catturato almeno tre velivoli senza pilota ScanEagle. Il processo di reingegnerizzazione sarebbe avvenuto proprio dagli UAV catturati. L'esercito americano ha sempre negato di aver perso ScanEagle sull'Iran, tuttavia i media canadesi, citando documenti ufficiali, hanno confermato la perdita di uno ScanEagle nel Mar Arabico nel 2012. Sempre dalla Marina canadese però, smentirono categoricamente che il drone perso fosse stato recuperato dall'Iran.

Lo ScanEagle è un UAV a basso costo, prodotto da una società controllata dalla Boeing. Pesa venti chilogrammi, ha un'apertura alare di 3,1 metri e può restare in volo per 22 ore ed otto minuti. L’Iran ha maturato una notevole esperienza nel campo della reingegnerizzazione, gran parte della quale fornita proprio dagli Usa nel periodo in cui i rapporti tra Teheran e Washington erano ottimi. Da allora, l'Iran è stato in grado di acquistare pezzi di ricambio per gran parte del suo hardware americano e ha dovuto ricorrere alla reingegnerizzazione per tenerlo in funzione. Sappiamo, però, che l’Iran riceve sostegno tecnologico dalla Corea del Nord, Russia e Cina. Speculazioni, in realtà, ma poche ore fa quel drone è riuscito a sfuggire a tre missili.

E’ possibile che i segreti del Sentinel, ammesso che sia stato abbattuto dagli iraniani, siano stati decodificati? Sarebbe fin troppo presuntuoso pensare che alcuni dei paesi più tecnologicamente avanzati al mondo, non possano essere in grado di farlo. Tra gli addetti ai lavori, si favoleggia da tempo di un drone dotato di una manovrabilità eccezionale sviluppato in Medio Oriente. I suoi sistemi di controllo uniti al disegno ottimizzato, gli concederebbero una manovrabilità senza eguali, la medesima che avrebbe consentito al drone di sfuggire ai tre missili israeliani di produzione americana.

Nel settembre del 2013, Teheran affermò di aver completato il processo di reingegnerizzazione del Sentinel, annunciando la vendita a terzi della tecnologia acquisita. Quanto ci sia di vero nelle esternazioni iraniane, non lo sapremo mai, così come resta ignoto il paese che ha lanciato il drone sulle alture del Golan.

Infine, sarebbe opportuno riportare un altro dato che se confermato (e non lo sarà) potrebbe confermare l’esistenza del nuovo UAV: il drone avrebbe volato per quasi un’ora nello spazio aereo israeliano, varcando lo spazio aereo controllato anche dai russi. Per questo ultimi, il drone non esiste.

(foto: IAF / U.S. DoD / Lockheed Martin)