Il problema principale del nuovo super carro armato di Hamas è che non è un carro armato. Mentre l’attenzione del mondo è rivolta allo Stato Islamico, l’annunciata presentazione di un nuovo carro armato pesante di Hamas, ha messo in allarme i servizi segreti americani ed israeliani.
Se Hamas fosse in grado di produrre in serie una forza corazzata pesante, è facile ipotizzare un’escalation contro Israele in un nuovo scenario bellico nemmeno immaginato (i carri armati israeliani sono stati la rovina delle forze di Hamas durante le incursioni nella Striscia di Gaza nel recente passato).
Il carro armato è stato mostrato durante un corte funebre di sette guerriglieri delle brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, rimasti uccisi nel crollo di un tunnel nella Striscia di Gaza. Presentato al mondo come un’evoluzione della tecnologia israeliana, il carro armato di Hamas si è rivelato essere un grossolano bluff. Le foto diramate dagli stessi miliziani e riprese dagli israeliani, hanno svelato la vera natura del sistema corazzato: un furgone cannibalizzato. La corazza passiva è realizzata in legno successivamente ridipinto in verde militare. Il cannone ad anima liscia è di plastica: sembra addirittura essere scollegato dalla torretta principale, in alcune posizioni deflesse del tutto innaturali. L’intero carro armato si ispira chiaramente al corrispettivo “Merkava” israeliano, con linee però meno sagomate e più grossolane. Il particolare che ha subito instillato il sospetto negli occidentali è stata l’altezza dei cingoli che non toccano il terreno. Da un’altra angolazione, si notano gli pneumatici del furgone camuffato che fuoriescono dallo scafo e poggiano per terra. E’ il motore dello stesso furgone che muove il carro armato.
"Il fatto che Hamas abbia davvero pensato di presentare al mondo quel furgone come un carro armato – ha commentato su Twitter Ofir Gendelman, portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu – è un chiaro tentativo di distorcere la realtà, così come spesso, così come fa spesso l'Iran. La maggior parte delle volte con scarsissimi risultati".
(Foto: Ofir Gendelman, Twitter)