Non c'è bisogno di acquistare armi passando per il dark web, i miliziani palestinesi uccidono con Karlo. Economici, facili da reperire e da nascondere: sono i mitra artigianali soprannominati 'Karlo', arma diffusa tra i terroristi che hanno riaperto il fuoco a Gerusalemme nell’ultimo attentato avvenuto nella 'Spianata delle Moschee’, dove sono rimasti feriti e uccisi 2 membri delle forze di sicurezza israeliane.
Hanno usato un Karlo, riferiscono le autorità israeliane: un’arma della quale non si sentiva parlare da diverso tempo.
Il mitra deriva dalla mitraglietta automatica svedese calibro 9 Carl Gustav M-45 (Kulsprutepistol m/45), diffusa in Egitto e Siria negli anni '50.
Di uso comune tra la malavita, assemblati in 'fabbriche' situate in Cisgiordania o a Gaza, i 'Karlo' sono armi corte artigianali assemblate dagli armieri con pezzi di pistole e mitragliatori diversi. Otturatori, grilletti, caricatori, canne - a volte provenienti da marcatori da Paintball - compatibili e fissati tra loro per elaborare armi da fuoco rudimentali perfette per un killer che deve colpire da distanza ravvicinata passando inosservato. Diffusesi dagli inizi degli anni '70, modificati per sparare a colpo singolo o a raffica, si stima che esistano approssimativamente 2000 di questi mitra in circolazione attraverso il mercato nero.
A partire da settembre 2015, i blitz palestinesi hanno ucciso 43 israeliani e tre turisti: due cittadini americani ed uno britannico.