Come già pubblicato a fine novembre (v. articolo), un attacco aereo israeliano ha ucciso quattro militanti dello Stato Islamico presenti in territorio di Israele. Questo primo scontro ha assunto il rango di "evento" e destato allarme.
Ripercorriamo l'accaduto. Una domenica mattina di fine novembre, alle ore 08:30 del mattino, soldati dell’unità di ricognizione appartenenti alla brigata Golani, ovvero la prima brigata di fanteria israeliana subordinata alla 36° divisione, hanno oltrepassato la barriera di sicurezza con la Siria, mettendo in atto un vero e proprio "agguato."
Il motivo risiede nel fatto che, pur rimanendo all'interno del territorio di Israele, i soldati sono stati attaccati dall’esercito di Khalid ibn al-Walid , precedentemente noto come la brigata dei martiri di Yarmouk, formazione terrorista wahhabita operante in Siria al confine con Israele.
La brigata, nota per il rapimento dei 21 caschi blu dell’ Onu filippini, in pattugliamento al confine delle alture del Golan, ha giurato fedeltà all’Isis e ne ha adottato la bandiera.
I soldati Israeliani hanno risposto in un primo momento al fuoco di armi leggere e si sono difesi, in seguito, da colpi di mortaio. L'agguato ha trovato la sua conclusione quando un aereo israeliano ha colpito un camion che trasportava quattro terroristi.
È importante sottolineare, tuttavia, che sia l’esercito di Khalid ibn al-Walid che la brigata Jabhat Fateh al-Sham (ex Fronte al-Nusra legata ad al-Qaeda) sono gruppi che da anni stanziano sui confini di Israele.
L’agguato di questo fine novembre ha evidenziato il primo caso di un attacco da parte di affiliati al sedicente Stato Islamico, che hanno deliberatamente attaccato truppe israeliane all'interno del loro territorio.
Sono numerosi i colpi di mortaio caduti all'interno del territorio Israeliano, alcuni dei quali potrebbero essere stati sparati da questi gruppi terroristici, anche se la maggior parte erano probabilmente “spill over” dei combattimenti in Siria.
Questo tipo di reazione da parte delle forze Israeliane vicino alle frontiere, avverse ai vari gruppi coinvolti nella guerra civile siriana, fungono da deterrente alla creazione di nuove minacce per lo Stato e i suoi cittadini.
(foto: Israel Defense Forces)