La scuola guida militare

(di Gianluca Celentano)
13/03/18

Quali potrebbero essere le caratteristiche del conduttore più preparato? Una domanda imbarazzante alla quale spesso rispondo con le teorie di due grandi della Formula 1: Niki Lauda diceva che “si guida con il cervello ma si sente con il culo” (anche se molti in realtà guidano col culo) mentre Alain Prost consigliava la delicatezza sul volante, come se nelle mani ci fosse un pulcino.

La preparazione e la formazione alla guida, il comportamento al volante nelle varie circostanze e la cultura sul tipo di trasporto – merci, chimico, esplosivo, di soccorso piuttosto che di persone – si ottengono attraverso una scuola efficace che sappia selezionare e formare a dovere il proprio personale, e le Forze Armate sembrano esserci riuscite.

Questa attenzione alla formazione viene fornita principalmente dal Comando dei Supporti Logistici, una realtà diretta dal generale De Leverano, ma anche dal Comando della Scuola Trasporti e Materiali che periodicamente dialogano tra loro per la formazione del personale militare, ma anche degli istruttori e docenti dislocati nei reggimenti sul territorio nazionale.

Senza mezzi termini in questa scuola si entra come appassionati e si esce come tecnici militari specializzati nel proprio incarico.

Corsi in aula, piuttosto che test off-road con mezzi tattici e multiruolo dell’Esercito, senza trascurare la conoscenza delle tecniche di riparazione elettrica, meccanica e di carrozzeria, utilizzando officine estremamente attrezzate che ricordano i centri di diagnosi e riparazione più prestigiosi dell’industria automobilistica.

Formazione militare

Parlare di “scuola militare” in senso lato, porta subito alla mente e con certezza, almeno tre sostantivi: sacrificio, conoscenza, preparazione e disciplina, condizioni che alla fine dei conti determinano qualità finali superiori rispetto all’analogo civile.

Non accontentarsi ma osare di più, questa frase potrebbe suonare come una citazione impressa su qualche parete di scuole o strutture militari – e forse lo è – ma di per sé risulta una massima che premia il mondo militare nelle sue attività, corsi sportivi compresi. Molti atleti noti e pluridecorati provengono appunto dalle Forze Armate e dell’Ordine.

Un modello vincente che appassiona soprattutto i più giovani e che viene emulato anche in particolari training civili, ma che nulla a che vedere con il concetto americano di full immersion, dove in una giornata vengono impartite enormi quantità di nozioni per avere la garanzia di ricordare le più importanti. Un metodo questo legato più al concetto di business che a quello di qualità, spesso basato su due aspetti: ridurre i costi della formazione e adottare una sorta di lavaggio del cervello verso il partecipante.

Abilitazione tattica operativa

Dopo il conseguimento delle patenti militari modello 3 e 4 di guida serve anche l’abilitazione tecnica per poter operare su specifici mezzi tattici, come ad esempio gli ASTRA APS con il loro complesso a slitta piuttosto che sul verricello del VTLM o il sistema gru presente sui più grossi ACTL.

In base agli accordi con l’amministrazione della Difesa, Iveco Defense Vehicles ha un ruolo fondamentale in questa preparazione anche dopo il post vendita, così come avviene negli autorevoli centri di pilotaggio civili, tra cui ricordo la Scuola BMW Italia piuttosto che l’ISAM o il CIGS Alfa Romeo diretto da Andrea De Adamich, che risultano tra le palestre nazionali più rinomate per lo studio della sicurezza e delle manovre al limite in condizioni avverse.

Qui il ruolo degli istruttori militari in sinergia con i tecnici civili è fondamentale e vengono pianificate giornate con programmi particolari e non divulgabili ai clienti civili dei corsi di guida sicura avanzata; ad esempio si studia la struttura e le posizioni di un corteo di scorta, le manovre di sgancio dal corteo sotto attacco, piuttosto che il posizionamento defilato in colonna, gli speronamenti e le vie di fuga in caso di imminente collisione. Un training efficace dove si continua a provare con auto ormai declassate adibite allo scopo e che vede interessati soprattutto i militari delle Forze dell’ordine oltreché la polizia.

I Corpi dello Stato

Sia nelle Forze Armate, piuttosto che nei Corpi dello Stato, l’articolo 138 del CdS prevede l’autonomia nell’organizzare i corsi e gli esami di scuola guida. Fa eccezione la Protezione civile alla dipendenza gestionale dei comuni o associazioni, che impiega personale volontario con la propria patente, ma offre comunque corsi di specializzazione per i mezzi speciali e non solo. Anche il Corpo militare volontario di CRI presenta un calendario formativo per il conseguimento dei titoli di guida, e i militari richiamati sono anch’essi sottoposti ad una selezione preliminare per la valutazione delle reali caratteristiche d’idoneità e successivamente devono sottostare a periodi di affiancamento con formatori e istruttori per confermare la loro effettiva competenza. Un iter simile avviene anche nell’organizzazione dei Vigili del fuoco sia per gli ausiliari volontari sia per gli effettivi.

18/A un incarico molto ambito

Il nostro Paese è la terra dei motori e il possesso della patente di guida per i cittadini viene vissuto come un completamento al diritto di mobilità, tuttavia spesso questo documento è considerato più come un diritto acquisito, e i risultati si vedono ahimè quotidianamente sulla strada.

In ambito militare professionistico, invece, la patente B oltreché essere un titolo necessario per l’arruolamento è un elemento essenziale, ma non sufficiente; infatti i militari con l’incarico 18/A devono possedere il titolo equivalente al mezzo ruotato più grande presente nel loro reparto. È possibile comunque la conversione dal titolo civile a quello militare.

Le capacità attitudinali necessarie per un conduttore di veicoli, soprattutto se pesanti, sono spesso innate o comunque legate a una predisposizione verso concetti di logica pratica oltreché meccanica, ma anche a un buon coordinamento del proprio corpo. E a questo proposito possiamo riprendere la colorita definizione di Niki Lauda citata all’inizio.

Il personale istruttore militare è composto da preparati caporal maggiori in Spe con almeno vent’anni di esperienza alla guida di veicoli pesanti e da sergenti e marescialli con ruoli di insegnamento teorico e di supervisione nei corsi di reparto, un investimento che dà risultati duraturi nel tempo.

Anche le donne vanno alla grande

Imparare a superare importanti dislivelli anche senza l’ausilio dei blocchi di trazione ma utilizzando piuttosto il verricello, operare in zone con terreno instabile o allagato piuttosto che di notte contenendo i rumori sono solo alcune delle condizioni dove anche le donne in uniforme si sono distinte egregiamente. Ho avuto il piacere di conoscerne una del X° guastatori: un caporalmaggiore capo designata anni prima come conduttore di un generale di corpo d’armata, ma tutt’oggi un abile conduttore dell’Actl che, credetemi, sa far cantare a dovere il motore Cursor da 9.5 cc.

In ambito civile…

Molte aziende di trasporto pubblico con cui collaboro, subito dopo l’assunzione dell’autista, provvedono a corsi di guida interni per insegnare la professione e i segreti del mestiere; ad esempio, come affiancarsi ad una fermata con o senza ostacoli architettonici o di traffico, come decelerare dolcemente, come prevedere pericoli, traffico visualizzando sempre una via di allungo (via di fuga) ed evitando frenate improvvise. Un compito assegnato ai conducenti con anni d’esperienza sulla strada i quali con passione cercano di trasmettere importanti concetti extra scuola guida ai giovani neo patentati.

Patentati Vs professionisti, a ognuno il suo mestiere

È molto importante considerare la differenza tra patentati e professionisti dei mezzi pesanti in un Paese che si propone di avviarsi verso un concetto di meritocrazia vera…

Infatti l’accortezza e l’attenta competenza del professionista con anni di guida e un occhio allenato un po' in tutte le situazioni di traffico, oltre ad essere molto ambite sul mercato del lavoro (crisi permettendo) distinguono l’esperto dal semplice patentato con qualche mese d’esperienza e magari con un lavoro principale diverso rispetto a quello quotidiano dell’autista.

L’incidente è “sempre dietro l’angolo” e spesso si punta il dito sui veicoli pesanti, senza pensare che un possibile sinistro il più delle volte è causato da manovre azzardate da parte degli automobilisti, i quali hanno ad esempio la scarsa abitudine di osservare gli specchietti esterni della propria auto prima di spostarsi di corsia o di non prevedere le manovre altrui.

I così detti furgoni, che per dimensioni e massa sono conducibili con una semplice patente B, hanno in realtà caratteristiche simili a quelle di un autocarro. Le stesse pedane posteriori lasciate ad altezza d’uomo sulla strada e non segnalate con dei coni, rappresentano un letale pericolo per ciclisti e motociclisti e l’amico centauro Nico Cereghini, a questo proposito, aveva avviato una campagna di sensibilizzazione.

Il trasporto merci e persone è minato

Una nota dolente, se consideriamo che i migliori autisti sono gli italiani e gli anglosassoni ma i dati parlano drammaticamente chiaro. Per ridurre i costi troppe aziende si sono delocalizzate nell’est Europa assumendo conducenti del posto e riducendo i salari per il lavoro svolto in Italia. Una concorrenza sleale per i nostri drivers formati con passione e competenza, e questa linea sembra privilegiare orami i lavoratori extra Cee relegando un’importante e ampio settore a una disoccupazione di cui gli organi competenti spesso non parlano per comodo.

Scooter, joystick e giovani

Alternandomi tra il lavoro di autista di pullman e istruttore di scuola guida, osservo i giovani e le loro difficoltà nel comprendere i semplici passaggi necessari per condurre una macchina. In realtà può essere curioso sapere che l’abitudine a utilizzare il joystick magari di una playstation piuttosto che uno scooter monomarcia, creano davvero un vuoto nell’apprendimento sul movimento ad H del cambio e figuratevi per il corretto utilizzo della frizione o di una doppietta. I ragazzi abituati a motocicli con cambio e frizione risultano favoriti nell’apprendimento, anche se la parola comune durante le lezioni è "ansia".

C’è poi una sottovalutazione dell’importanza della formazione, che spesso viene posta dietro ad altri impegni, come la palestra o la festa di compleanno dell’amico e in questo quadro i genitori non sempre hanno un ruolo educativo ed esemplare.

Un ringraziamento particolare a tutti gli istruttori dell’Esercito e al personale docente di guida dell’Arma dei Carabinieri, ma anche al Genio Guastatori per la sua eccellenza e utile ruolo nella bonifica degli ordigni bellici rinvenuti nei terreni civili.