Fino a pochi decenni fa, il Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare aveva come teatro operativo il solo Mar Adriatico orientale (gli obiettivi erano principalmente porti e infrastrutture in territorio jugoslavo e albanese). Con la fine della Guerra Fredda, la sfera di impiego del reparto si è allargato fino ad uscire dal Mediterraneo: ricordiamo come nel 1999 il GOI ha operato a Timor Est nell’Oceano Indiano.
All’inizio del XXI secolo è cominciata la lunghissima operazione in Afghanistan, contro il terrorismo jihadista, che ha portato profondi cambiamenti nelle procedure in seno al reparto nonché all’adozione di nuovi equipaggiamenti.
Per rispondere alle diverse tipologie di minacce che sono chiamati ad affrontare, gli incursori utilizzano differenti sistemi d’arma, a seconda del tipo di missione in cui sono impegnati.
Negli ultimi anni gli operatori del GOI prediligono come arma corta la Glock 17 9x19 in luogo della Beretta STOCK nel medesimo calibro. Viene molto utilizzata anche la Glock 41 calibro .45 AUTO, un’arma dall’elevato potere d’arresto.
Le pistole mitragliatrici in dotazione maggiormente utilizzate, oltre alla serie MP-5A3 e SD3, sono la H&K MP-7 in calibro 4,6x30 e la MP-5K 9x19, in particolar modo nelle operazioni di scorta.
Le armi lunghe del reparto sono i modelli 416 (ovviamente sono presenti i fucili Beretta ARX-160, anche nella versione A” per le forze speciali), in calibro 5,56x45, e 417 in calibro 7,62x51, entrambi della Heckler & Koch, possono essere equipaggiati con ottica di precisione Schmitt & Bender e con puntatori laser.
Ogni incursore del GOI può apportare modifiche alla propria arma, per adattarla meglio alle esigenze operative.
Le esperienze maturate nei vari teatri operativi ha portato il GOI ad adottare un proiettile con prestazioni balistiche superiori rispetto al classico calibro 5,56x45 NATO. Da poco tempo hanno acquisito la carabina SIG MCX calibro 7,62x35, il quale ha un potere d’arresto nettamente superiore rispetto al 5,56x45.
Di fondamentale importanza è il settore del tiro di precisione – fino a due decenni fa le forze speciali erano gli unici reparti, nel panorama delle Forze Armate italiane, ad avere personale qualificato nel tiro alla lunga distanza -, il quale viene ben curato in ambito GOI.
Per i tiri compresi tra i 500 e gli 800 metri viene spesso impiegato il semi-automatico SR-25 della Knight’s Armament, in calibro 7,62x51, ad otturatore scorrevole.
Passando alle armi ad otturatori rotante, gli incursori del GOI utilizzano da molto tempo i modelli Accuracy International AW, in calibro 7,62x51, e AX, in calibro 8,6x70, con calcio ribaltabile.
Nel settore degli Heavy Sniper – oltre allo sperimentato Barrett M-107 da 12,7x99 - l’ultimo arrivato è l’Intenational Accuracy AW .50, un fucile a otturatore scorrevole calibro 12,7x99, un’arma concepita per le lunghe distanze (superiori ai 2.000 metri) in funzione anti materiale, come per esempio sistemi radar, ma anche veicoli blindati.
Particolare attenzione viene posta nei confronti del tiro di precisione dagli elicotteri, i quali certamente non costituiscono una postazione stabile. Per ovviare a questo inconveniente è stato messo a punto un sostegno ammortizzato che si aggancia al tetto della cabina, in corrispondenza dei portelli dell’elicottero.
Tra le armi di squadra, oltre alle note mitragliatrici FNH MINIMI, sia in calibro 5,56x45 che 7,62x51, spicca il lanciagranate automatico della Heckler & Koch GMG da 40x53 mm (vengono impiegati diversi tipi di munizionamento, come quello con spoletta a tempo), una delle armi migliori della sua categoria, può essere montato, oltre che sui mezzi terrestri, anche sulle nuove imbarcazioni veloci classe Angelo Cabrini.
Molto utilizzati risultano i lanciarazzi leggeri da 66 mm M-72 ASMC-RC, prodotti in Norvegia, evoluzione dell’M-72 LAW americano degli anni ’60. IL razzo con testata HE ha un sistema di attivazione ritardata, in modo da perforare il bersaglio e successivamente esplodere.
Salendo di peso troviamo il lanciarazzi usa e getta INSTALLAZA C90 MATADOR da 90 mm, che dispone di un sistema di contromasse che ne permette l’utilizzo anche in ambienti chiusi.
Nonostante l’avanzamento tecnologico degli armamenti acquisiti, l’arma migliore del GOI rimarrà sempre il suo elevato addestramento, che pone il reparto ai vertici mondiali nell’esclusivo club delle forze speciali.