Anche se intercettassero velivoli russi o siriani, i caccia americani rischierati in Turchia non potrebbero comunque entrare in battaglia perché, ad oggi, non sono state stabilite le regole d’ingaggio. La conferma arriva direttamente dall’Air Force.
Sappiamo che dal mese scorso, presso la base di Incirlik, gli USA hanno schierato sei F-15C, equipaggiati esclusivamente per il combattimento aria-aria. Il loro compito, secondo quanto stabilito dal Pentagono, sarebbe stato quello di “irrigidire le difese aeree turche contro le interferenze russe”.
Dicono dall’Air Force. "Gli F-15C sono stati inviati in un preciso momento, quando credevamo che la Russia stesse per aumentare le violazioni delle frontiere turche. Quel dispiegamento è avvenuto prima dell’abbattimento del Su-24 russo ad opera dei turchi e la conseguente entrata in servizio della linea S-400/S-300. Le implementazioni russe in Siria hanno complicato tutto”.
Il problema è che gli F-15C americani non hanno ancora un obiettivo. Potrebbero intervenire soltanto se attaccati (ma in quel caso sarebbe un vero e proprio atto di guerra). Ad oggi, Stati Uniti e Turchia non hanno ancora stabilito le regole di ingaggio per i caccia americani. L’accordo bilaterale tra i due paesi tarda ad essere raggiunto così come le procedure in caso di violazione dello spazio aereo turco.
Gli F-15C fino a quando non sarà siglato l’accordo e nonostante siano armati esclusivamente per il combattimento aria-aria, saranno relegati al ruolo di semplici osservatori.
(foto: US DoD)