Passaporti siriani falsi venduti a 200 dollari. Una nuova strategia che mette in discussione la capacità di filtro dei rifugiati provenienti dal Medio Oriente in fuga verso l’Occidente. In un rapporto di 18 pagine redatto dal Dipartimento della Homeland Security diffuso negli Stati Uniti, si pone particolarmente rilievo su una determinata partita di passaporti emessi dal giugno del 2014 in due regioni sotto il controllo dello Stato islamico: ez-Zour Deir e Raqqa. Passaporti che sarebbero disponibili al fiorente mercato nero siriano come in quello turco.
“L’incapacità di verificare le informazioni con il legittimo governo siriano e lo sfruttamento delle ex infrastrutture del governo provinciale e regionale determinano un problema di difficile soluzione. Lo Stato islamico sta utilizzando le macchine da stampa trafugate al governo per realizzare passaporti e documenti falsi con copertine di provenienza russa. I documenti sono poi venduti da un minimo di 200 ad un massimo di 400 dollari”.
Secondo i servizi segreti americani, 3800 passaporti siriani contraffatti sono già stati contrassegnati. Altri 10 mila sono stati intercettati dall’FBI in Bulgaria diretti verso la Germania. Le partite sequestrate, però, potrebbero rappresentare solo una minuscola parte dei documenti falsi realizzati dal 2014.
"In assenza di specifiche informazioni di intelligence non possiamo identificare il rifugiato come membro dell’Isis. Non abbiamo intelligence sul terreno ergo le informazioni che abbiamo sul rifugiato si basano su ciò che racconta. Quindi significa che potrebbe essere un terrorista o un disperato”.
Nel rapporto vi è un riferimento ai criminali di guerra, in grado di entrare dopo la fine del conflitto negli Stati Uniti impunemente.
”Prima di essere catturati sono diventati cittadini americani: questo perché c'era un ritardo nell’ottenere informazioni su ciò che avevano realmente compiuto. I terroristi, a differenza dei criminali di guerra, non scappano per nascondersi ma per compiere attentati”.
Gli attentati di Parigi, avvenuti il 13 novembre scorso, sono stati compiuti da terroristi entrati in Francia con passaporti siriani falsi. Sarebbe opportuno ricordare che il Visa Waiver Program non si applica per la Siria, in quanto non è inserito nella lista dei paesi riconosciuti dagli Stati Uniti. Attraverso tale processo di visto, quindi, un individuo sarebbe soggetto a procedure di screening a cura dei database dei servizi di intelligence USA. Il problema, in questo caso, è che le informazioni si basano anche sul database internazionale messo a disposizione dai rispettivi paesi. E quello siriano potrebbe non essere più del tutto affidabile ed aggiornato.