Tra le principali minacce per le unità navali i missili, sempre più efficienti sia in termini di letalità delle testate che di capacità di manovra nella fase terminale, sono al primo posto.
Da qui la necessità di disporre di un sistema in grado di ingaggiare i missili a una distanza superiore a quella consentita dai tradizionali sistemi di autodifesa a corto raggio (CIWS).
Nel 2000, la Marina Militare italiana, ha espresso un requisito per un sistema di autodifesa a medio raggio basato sul cannone da 76/62 mm.
L’impiego del tradizionale munizionamento a frammentazione con spoletta di prossimità non assicurava una sufficiente kill probability (Kp) e quindi l’idea era quella di sviluppare una munizione in grado di avvicinarsi il più possibile al missile, impiegando meno tempo possibile, in modo da ottimizzare la Kp con l’impiego di un numero limitato di colpi, consentendo così fra l’altro l’immediato riutilizzo del pezzo contro eventuali altri bersagli in avvicinamento, elevando così il livello di saturazione cui l’unità navale è in grado di rispondere.
Il sistema si compone di due elementi: la munizione e il sistema di guida. La munizione denominata DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight) è del tipo sottocalibrato, che permette di ottenere un profilo aerodinamico ottimale riducendo così la resistenza e quindi la riduzione della velocità durante il volo del proietto, soluzione adottata da Oto Melara anche nel programma VULCANO. Infatti, il proietto DART, per percorrere 5 km impiega solo circa cinque secondi.
La configurazione è simile a quella del VULCANO, con le alette in coda dove è presente anche l’elettronica di guida e le antenne destinate a ricevere il segnale trasmesso in radiofrequenza dal sistema di guida presente sul cannone.
La testa di guerra è al centro, dato che non si richiede il colpo a segno ma un passaggio a ridotta distanza dall’ordigno nemico in avvicinamento. Davanti alla testata si trovano le alette cruciformi che assicurano la guida sulla base dei segnali ricevuti, mentre a prua si trova la spoletta di prossimità come per le munizioni convenzionali. Questa spoletta, interamente digitale, miniaturizzata per l’integrazione con la particolare geometria della munizione guidata, è programmabile per il suo funzionamento nella fase iniziale di volo del proietto ed in grado di vedere il bersaglio con largo anticipo, fino a diverse decine di metri, riuscendo ad ottimizzare il punto di deflagrazione assicurando il massimo danno possibile, anche a bassissima quota, discriminando quindi la traccia del bersaglio dai disturbi generati dalla superficie marina.
Ciò rende molto efficace il munizionamento DART anche contro bersagli navali di piccole dimensioni e molto veloci, una situazione tipica dei conflitti asimmetrici attuali, in cui piccoli navigli carichi di esplosivo possono mettere a repentaglio la sicurezza di unità navali di notevoli dimensioni e valore economico.
(foto: Marina Militare / Leonardo)