Russia, Iran ed adesso la Cina. Putin ha formato una nuova “triplice alleanza” in Siria con i paesi storicamente vicini al Cremlino. Secondo quanto comunicato dal governo di Damasco, una nave da guerra cinese sarebbe in rotta verso la Siria: attualmente si troverebbe nel Mediterraneo. Questa informazione è stata però smentita dagli israeliani. Secondo l’agenzia di intelligence DEBKA, i cinesi avrebbero già schierato a ridosso delle coste siriana la portaerei Liaoning ed un incrociatore lanciamissili.
I cinesi non avrebbero ancora una capacità offensiva. Secondo gli analisti israeliani, infatti, il vettore attraccato al porto di Tartus è privo della sua componente aerea. Gli aerei da guerra giungeranno in Siria entro la metà di novembre, in volo attraverso l’Iran o trasportati dai cargo russi.
Se così fosse, ecco spiegata l’esigenza di stabilire una "cellula di coordinamento militare" a Baghdad. Secondo Debka, i cinesi starebbero allestendo una squadriglia di J-15, caccia multiruolo di quarta generazione, elicotteri antisom Z-18F e da allerta precoce Z-18J. Pechino schiererà infine mille soldati.
L’Iran, invece, ha in Siria oltre mille soldati appartenenti al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie per assistere gli Hezbollah a Zabadani. Putin da Vladivostok ha invocato la creazione di una coalizione contro lo Stato islamico: alla chiamata hanno risposto Cina ed Iran.
Fin dal 2011, le forze fedeli ad Assad combattono contro diversi gruppi di opposizione, alcuni dei quali estremisti radicali come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico. Dall'inizio della guerra in Siria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione siriana moderata, chiedendo le dimissioni di Assad. La Russia, invece, ha riconosciuto Assad come l'unica autorità legittima della Siria.
Mosca non sta solo cercando di sostenere il governo siriano, ma anche di espandere il proprio ruolo all'interno della Siria in modo che possa influenzare la scelta di un nuovo governo nel caso in cui Assad venisse spodestato. Mosca, in pochissime settimane, ha creato un perimetro difensivo avanzato (Tartus, Latakia, Istamo ed Al-Sanobar) da dove poter proiettare la loro potenza nella Regione.
La base navale di Tartus è ultimo avamposto russo nel Medio Oriente dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Sarebbe opportuno considerare un dato: la base di Tartus, sulla costa mediterranea della Siria e collegata al Bassel al-Assad International, aeroporto a sud di Latakia, è ormai protetto da cinque navi da guerra russe, tre cinesi e da almeno due sottomarini. E’ inespugnabile.
L'isolamento dell'Occidente nei confronti della Russia, a seguito delle sanzioni imposte dopo la vicenda Ucraina, ha in un certo senso autorizzato Putin ad agire senza alcun tipo di consenso internazionale. Anzi, proprio per i russi, riscoperti patriottici dopo la vicenda Ucraina, Putin è stato il solo ad allinearsi con il regime siriano in nome della lotta al terrorismo e l'estremismo.
Gli Stati Uniti, invece, sarebbero coloro che avrebbero facilitato l'ascesa dello Stato islamico con il fallimento della loro strategia. Mosca, infatti, non fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis.
Ci si chiede, adesso, chi potrebbe opporsi alle iniziative della coalizione russo-cinese. La risposta è semplice: nessuno.