I russi hanno lanciato ieri due missili balistici nei mari di Barents ed Okhotsk. I sottomarini a propulsione nucleare classe Delta IV, il Bryansk della Flotta del Nord ed il classe Delta III, il Podolsk della Flotta del Pacifico, hanno lanciato due missili R-29RMU2 Sineva. E’ considerato uno dei migliori Submarine-launched ballistic missile dell’intero inventario russo con testata Mirv, pensato per equipaggiare tutti i Delta. Mosca ha in servizio quattro Delta III e sei Delta IV.
Il Cremlino, intanto, sta per dare il via all’ultima serie di test per certificare la capacità operativa del nuovo sistema deterrente Bulava. Tre missili ‘Bulava’ saranno lanciati entro novembre dai sottomarini strategici ‘Vladimir Monomakh’ ed ‘Alexander Nevsky’. Nonostante i numerosi fallimenti dovuti a difetti di fabbricazione, l'esercito russo sostiene che non vi è alcuna alternativa al ‘Bulava’. A causa del fallimento durante i test dei nuovi missili intercontinentali ‘Bulava’, i ‘Borey’ non sono ancora in grado di svolgere il loro compito primario e, cioè, la deterrenza nucleare.
Entro il 2020, la Marina Militare russa avrà in servizio l’intera classe Borey, formata da otto sottomarini balistici a propulsione nucleare. Il terzo sottomarino lanciamissili balistici a propulsione nucleare classe “Borey”, il ‘Vladimir Monomakh’, è stato ufficialmente consegnato alla Marina russa il 21 dicembre scorso. La cerimonia di consegna si è svolta il 19 dicembre. E’ in servizio con la 25a Divisione sottomarina della Flotta del Pacifico con sede nell’estremo oriente della Russia.
Il problema dell’intera classe ‘Borey’ è che non può ancora entrare in servizio deterrente perché non possiede l’armamento per compierlo (non considerando i tre superstiti della classe ‘Typhoon’ che comunque dovrebbero essere aggiornati). Ogni ‘Borey’ dovrebbe trasportare da sedici a venti missili ‘Bulava’ (solo per i 955U), ognuno dei quali dotato da sei a dieci testate Mirv. Sono otto i sottomarini classe ‘Borey’ che equipaggeranno la Marina russa entro il 2020. Il missile a tre stadi ‘Bulava’, nome in codice Nato SS-N-30 Mace, è la versione navale del più avanzato missile balistico russo, l’SS-27 Topol-M. Può essere lanciato anche in movimento. Trasporta fino a 10 testate Mirv, può colpire bersagli fino ad otto mila chilometri di distanza ed è progettato per equipaggiare esclusivamente i sottomarini nucleari classe 'Borey'. Il primo ‘Borey’, lo “Yury Dolgoruky” K535, si è unito alla Flotta del Nord nel gennaio del 2013, seguito dal K-550 (Progetto 955A) "Aleksandr Nevskij" alla fine dello stesso anno.
Il “Vladimir Monomakh” è entrato in servizio lo scorso dicembre. Il quarto ‘Borey’, lo “Knyaz Vladimir” è in costruzione dal luglio 2012 presso il cantiere Sevmash, nel nord della Russia.
Lo “Knyaz Oleg”, quinto battello della classe, è in costruzione dal 27 luglio scorso.
Il sesto sottomarino lo ‘Knyaz Suvorov’ è entrato in produzione il 26 dicembre scorso.
Gli ultimi due sottomarini entreranno in produzione entro il 2015. I sottomarini classe ‘Borey’ comporranno la spina dorsale del deterrente nucleare strategico della Marina. Andranno a sostituire i sottomarini classe Typhoon, Delta-3 e Delta-4. Ogni ‘Borey’ costa un miliardo di dollari. I test sui ‘Bulava’ Il sottomarino a propulsione nucleare classe ‘Borey’ “Alexander Nevsky” ha eseguito con successo il terzo ed ultimo test in programma lanciando un missile Bulava il 28 novembre dello scorso anno. Il missile è stato lanciato in immersione dal Mare di Barents e ha colpito il bersaglio nel poligono di tiro di Kura, sulla penisola di Kamchatka. I russi parlarono di “test” e non di missile operativo così come avvenuto per quello lanciato il primo novembre scorso. A lanciare il Bulava fu in quel caso il secondo sottomarino a propulsione nucleare classe ‘Borey’ “Yury Dolgoruky”.
Il primo dei nuovi test si è svolto il 10 settembre dello scorso anno. A lanciare il missile balistico Bulava, il sottomarino a propulsione nucleare classe ‘Borey’ “Vladimir Monomakh”. Il missile ha raggiunto con successo il bersaglio. I prossimi tre lanci potrebbero essere gli ultimi prima dell’impiego operativo.
(foto: TASS)