Scandalo Ariete

(di Tiziano Ciocchetti)
10/11/18

Cominciano a trapelare informazioni più dettagliate circa l’aggiornamento di mezza vita (AMV) del carro da battaglia ARIETE.

Il Ministero della Difesa ha trasmesso al Parlamento un documento di programmazione triennale, in cui risulta lo stanziamento di 400 milioni di euro, nell’arco temporale di 12 anni, per l’ammodernamento della componente corazzata dell’Esercito (v.link).

Gli aggiornamenti dell’ARIETE dovrebbero riguardare l’aumento della potenza del propulsore V-12 MTCA - attualmente in grado di sviluppare poco più di 1.200 Hp - fino a un massimo consentito da cambio e trasmissioni attuali: 1.500 Hp, con relativo incremento della cilindrata da 26 a 30 litri. Sarebbe inoltre prevista l’adozione della tecnologia common rail nonché l’innalzamento della coppia in basso in modo tale da poter aumentare la spinta ai bassi regimi.

Un aumento di potenza consentirebbe di montare sull’ARIETE una corazzatura aggiuntiva. Protezione in grado di affrontare - concretamente e non a parole - anche solo le minacce degli attuali teatri operativi?

Gli altri aggiornamenti riguardano l’introduzione di un sistema di asservimento elettrico per la torretta e l’adozione di protezioni ventrali antimina/anti IED; è prevista l’installazione di nuove ottiche per il capocarro e l’ammodernamento di quelle del puntatore.

Non si menziona della sostituzione del pezzo da 120/44 mm con il più moderno 120/45 (montato sulle nuove blindo CENTAURO II - foto a dx), quest’ultimo in grado di sparare il nuovo munizionamento anticarro/antipersonale della Rheinmetall, né dell’adozione di protezioni attive tipo TROPHY in grado di contrastare la minaccia dei moderni sistemi controcarro, ormai assai diffusi anche tra le file dei gruppi terroristici.

Considerando che i tre reggimenti corazzati operativi in seno all’Esercito - il 32° e 132° rgt della brigata Ariete e il 4° rgt della brigata Garibaldi - dispongono ognuno di 41 carri, più quelli assegnati alla Scuola di Cavalleria, si evince che il numero totale di ARIETE attivi non dovrebbe superare i 150 dei 200 acquisiti da programma. Quindi la spesa per l’aggiornamento sarebbe di circa 2,5 milioni di euro per esemplare, escludendo 20 milioni per i primi prototipi.

Quello che appare scandaloso non è tanto lo stanziamento di 400 milioni per la componente corazzata, quanto lo spreco di risorse per l’ammodernamento di un mezzo ormai obsoleto. Fin dalla sua entrata in servizio, più di vent’anni fa, appariva già un mezzo con diverse criticità (come la fragilità delle bullonature tra le piastre!).

Con un programma di ammodernamento che terminerà nel 2029 si avrà un carro del tutto inadatto per gli scenari operativi che si presenteranno (in Siria i ben più protetti LEOPARD 2A4 turchi sono stati messi "fuori combattimento" - vedi fotogramma in fondo alla pagina), annullando di fatto le capacità delle brigate pesanti.

La Germania e la Francia hanno intrapreso un programma comune europeo per la creazione di una famiglia di corazzati (non solo carri ma anche APC, mezzi di recupero e speciali per il genio), che entreranno in servizio quando i reggimenti corazzati italiani dovranno ancora schierare carri ARIETE inutilizzabili.

Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di creare una partnership con Israele per l’acquisizione di versioni aggiornate del MERKAVA Mk IV e del NAMER (altro annoso problema riguarda la sostituzione dei DARDO), in numero sufficiente per equipaggiare almeno una brigata, in modo tale da avere la possibilità di schierare una pedina operativa credibile.

(foto: U.S. Army / CIO / Esercito Italiano / YouTube)