Il Pentagono sta rischierando in Turchia decine di F-15C, ufficialmente per combattere la guerra contro lo Stato islamico. Il problema è che proprio l’Isis, non possiede alcun velivolo: ciò significa che il vero avversario sarà la Russia. Appare evidente che il ruolo dei caccia americani, armati esclusivamente con missili aria-aria, sarà quello di scortare gli altri aerei impegnati nei raid in Siria.
Proprio in queste ore, nella base turca di Incirlik sta avvenendo il rischieramento dei caccia, ufficialmente per “garantire la sicurezza degli alleati della NATO”. Gli F-15, armati con otto missili aria-aria a diverso raggio (ma il dogfight non era ritenuto obsoleto?) potenzieranno il confine turco-siriano, intercettando i velivoli di Damasco che, periodicamente, sconfinano in territorio di Ankara. Ma è assolutamente improbabile che una forza aerea del genere sia stata rischierata soltanto per intercettare i malconci velivoli siriani. Gli F-15, quasi certamente, avranno il compito di scortare i bombardieri impegnati contro l’Isis in prossimità delle forze del regime siriano e degli aerei da guerra russi.
Gli F-15 dell’Air Force in Turchia saranno i primi “dogfighters” puri che gli USA avranno nella Regione. Il Pentagono ha rischierato svariate piattaforme come F-22, F-16, A-10 e B-1: questi trasportano anche bombe e missili aria-terra. Gli F-15, invece, trasportano soltanto armi per il combattimento aria-aria. Da rilevare che gli F-15C non sono mai stati schierati in Afghanistan, né in Iraq. La guerra in Siria è diversa.
Il 12 ottobre scorso i russi hanno schierato in Siria una forza di caccia intercettori Sukhoi Su-30 per scortare tutti i velivoli impegnati nella Repubblica Araba. Da rilevare che i russi, nel comunicato ufficiale, parlarono del caccia intercettore e non della sua variante ‘M’, che svolge anche il compito di cacciabombardiere di precisione. Dal Cremlino ribadivano l’esigenza di scortare i bombardieri, ma già allora ci chiedevamo contro quali nemici. Appariva evidente che gli avversari sarebbero stati gli aerei della coalizione, non di certo lo Stato islamico che, come sappiamo, al massimo possiede droni commerciali e qualche elicottero (ovviamente trafugato alle truppe lealiste).
Ritirando la USS Theodore Roosevelt dal Golfo Persico, gli Stati Uniti non dispongono più dei 65 aerei da combattimento che fino alla fine dello scorso settembre, partecipavano ai raid in Siria ed Iraq. I caccia intercettori russi, fino ad oggi, erano dominatori del cielo (anche se di fatto non esiste una no-fly-zone). L’arrivo degli F-15, cambierà per l’ennesima volta lo scenario siriano: il loro unico obiettivo sono i caccia russi.
(foto: US Air Force)