"La nostra capacità offensiva si baserà prevalentemente sulla piattaforma Su-25, ma abbiamo anche altri caccia-bombardieri”. A poche ore dalla decisione della Camera Alta del Parlamento russo di concedere il permesso al presidente russo di utilizzare le forze armate in Siria e dal primo raid aereo contro le postazioni nemiche nei pressi di Homs, emerge la prima strategia formulata dal presidente del Comitato di Stato della Difesa della Duma Vladimir Komoyedov ripresa dall’agenzia di stampa TASS.
“Un’operazione aerea comporta minimi rischi in termini di perdite in un contesto privo di sistemi di difesa. Potrebbero disporre di qualche Stinger. Infine, se la forza aerea è utilizzata e coordinata correttamente, può essere un efficace mezzo di distruzione, soprattutto sui terreni desertici. L’esercito russo sarà presente con una forza di terra per proteggere le basi e le infrastrutture dell’aeronautica”.
L'ammiraglio Komoyedov ha quindi già delineato, seppur per sommi capi, quanto accadrà nelle prossime ore in Siria. Utilizzo massiccio dei “Corvi” a supporto delle forze di terra siriane.
Komoyedov ha confermato quanto ipotizzato dagli israeliani pochi giorni fa sulla presenza della Liaoning, portaerei cinese che sarebbe già ancorata al porto di Tartus. Alla domanda “Non sarebbe necessario un gruppo navale da battaglia a protezione e supporto delle forze?”, l’ammiraglio ha risposto testualmente: “Abbiamo il Moskva, una portaerei cinese ed alcuni incrociatori: forze del tutto sufficienti a sostenere tutte le nostre operazioni”.
Nei giorni scorsi, la presenza dell’unica portaerei cinese in servizio in Siria, era stata definita come una bufala. La notizia era stata riportata dal sito di intelligence israeliano DEBKA, ma è stata del tutto sottovalutata. Adesso la conferma dei russi: “abbiamo una portaerei cinese”.
Le forze in campo
RUSSIA: la base navale di Tartus, sulla costa mediterranea della Siria è protetta da cinque navi da guerra con in testa l’incrociatore lanciamissili classe Slava, il Moskva. Il Bassel al-Assad International, aeroporto a 20 km sud di Latakia sulla costa mediterranea della Siria collegato al porto principale del paese, dispone di una forza di in grado di colpire i bersagli a terra. I russi dispongono di dodici bombardieri tattici a bassa quota Su-24 Fencer, dodici aerei da attacco al suolo e supporto ravvicinato Su-25 Frogfoot, quattro caccia Su-30SM e quindici elicotteri pesanti d’attacco. In Siria sono atterrati anche i Kamov Ka-52 'Alligator'. L’aeroporto è difeso da una forza terrestre composta da nove carri armati di terza generazione T-90, 35 BTR-82A e 500 soldati. Entrambe le basi sono protette da diversi sistemi terra-aria.
Il Bassel al-Assad International è utilizzato dal Cremlino anche per tutte le missioni da ricognizione ed attacco dei droni schierati in territorio siriano. I russi hanno fortificato la base militare di Al-Sanobar, a sette km a nord di Latakia ed il complesso di stoccaggio di Istamo, a tre km in direzione ovest. Complessivamente, Mosca ha in Siria tra i 1000 ed i 1500 soldati. Verosimilmente, a ridosso delle coste siriane c’è almeno un sottomarino d’attacco. L'ultima volta che Putin chiese l’autorizzazione per utilizzare le forze armate fuori dai confini nazionali risale ai primi mesi del 2014 durante la crisi Ucraina.
CINA: schierata a ridosso delle coste siriana la portaerei Liaoning ed un incrociatore lanciamissili. I cinesi non hanno ancora raggiunto una capacità offensiva. Il vettore attraccato al porto di Tartus è ancora privo della sua componente aerea, ma è stato messo a disposizione dei russi. Gli aerei da guerra cinesi giungeranno in Siria entro la metà di novembre, in volo attraverso l’Iran o trasportati dai cargo russi. I cinesi starebbero allestendo una squadriglia di J-15, caccia multiruolo di quarta generazione, elicotteri antisom Z-18F e da allerta precoce Z-18J. Pechino schiererà infine mille soldati.
IRAN: mille soldati appartenenti al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie per assistere gli Hezbollah a Zabadani La "cellula di coordinamento militare" è stata creata a Baghdad da Russia, Iran, Iraq e Siria pochi giorni fa.
Il comando di coordinamento congiunto appare come una controparte della “War Room” allestita dagli USA in Giordania, a nord di Amman, per coordinare le operazioni di Stati Uniti, Arabia, Qatar, Israele e Giordania a sostegno dei ribelli siriani contro il governo di Assad. Due cellule rivali, quindi, sono entrate in funzione: una a protezione dei ribelli a guida Usa e l’altra a sostegno del regime di Assad a guida russa.
Israele si riserva il diritto di utilizzare le proprie forze – ha affermato il ministro della Difesa Moshe Ya'alon – per impedire le forniture di armi che raggiungono le organizzazioni terroristiche come Hezbollah.
Le forze dell’alleanza a guida russa – concludono dall’agenzia di intelligence DEBKA – stanno assumendo proporzioni nemmeno immaginate da Israele e Stati Uniti.
(foto: Sputnik)