In risposta all’abbattimento di quello che si presume essere un Sukhoi Su-22 siriana da parte della forza aerea USA che opera in Siria, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che “Qualunque velivolo, inclusi i jet e i droni della Coalizione internazionale, identificato a ovest dell’Eufrate sarà seguito dai mezzi antiaerei russi, terrestri ed aerei, come bersaglio nelle aree in cui l’aviazione russa è in missione di combattimento nei cieli siriani”.
Le forze di Damasco e quelle schierate dal Cremlino dunque tracceranno con sistemi missilistici e intercetteranno con la propria aviazione militare ogni aereo che volerà a ovest dell’Eufrate. Questo comprenderà anche i sistemi d'arma S-400 (foto) ed S-300V4 schierati a difesa delle basi russe.
Mosca chiarisce che ‘non abbatterà’ gli aerei americani o quelli delle altre nazioni che prendono pare all’operazione Inherent Resolve, ma intende dimostrare che la sua posizione nei confronti della Coalizione è cambiata.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha aggiunto: “Gli Stati Uniti devono rispettare l'integrità territoriale della Siria e astenersi da azioni unilaterali nel Paese”.
Queste dichiarazioni estremamente dure sanciscono la rottura dei rapporti di ‘collaborazione’ nelle operazioni aeree in funzione anti-ISIS che VVS (Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii) e Coalizione Internazionale avrebbero condotto 'con lo stesso obiettivo' nello spazio aereo siriano. La Federazione Russa ha infatti sospeso il ‘memorandum’ elaborato per coordinarsi con la Coalizione a guida americana che aveva l’obiettivo di evitare escalation che avrebbero potuto provocare incontri ravvicinati e collisioni tra aerei da combattimento delle diverse e numerose nazioni che conducono operazioni militari nello spazio aereo siriano.
(foto: MoD Fed. russa)