Laboratori mobili per analizzare il DNA e sistemi di riconoscimento dell’Iride. Sono queste le nuove tecnologie messe in campo dagli Stati Uniti per identificare possibili terroristi provenienti dalla Siria.
Il programma “Refugee Admissions” degli USA, in collaborazione con le Nazioni Unite, prevede l’utilizzo, in via sperimentale, di nuovi sistemi come la scansione dell’iride e laboratori mobili per il riconoscimento del DNA, secondo quanto dichiarato dal Department of Homeland Security. Durante la guerra civile siriana, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha fatto affidamento su dispositivi del genere per registrare l'identità dei siriani in fuga. L’Homeland Security, invece, ha riconosciuto di fare affidamento su un database contenente i dati biometrici non aggiornato.
Gli USA disporranno anche di nuovi laboratori mobili per il riconoscimento del DNA. Fino ad oggi, una tecnica simile è utilizzata per contrastare il “traffico dei bambini”. Tramite tamponi, si analizza il DNA del bambino e dell’accompagnatore. L’esito, in questo caso, giunge dopo settimane. I nuovi sistemi, invece, consentono di concludere un test di riconoscimento entro sessanta minuti. La Sicurezza Nazionale prevede di testare i nuovi sistemi di riconoscimento entro le prossime settimane. I nuovi dispositivi sono ritenuti meno complessi di quelli attualmente utilizzati per le impronte digitali.
Lo scorso dodici dicembre, in un rapporto di 18 pagine, il Dipartimento della Homeland Security ha lanciato l’allarme su una determinata partita di passaporti emessi dal giugno del 2014 in due regioni sotto il controllo dello Stato islamico: ez-Zour Deir e Raqqa. Passaporti che sarebbero disponibili al fiorente mercato nero siriano come in quello turco. L’incapacità di verificare le informazioni con il legittimo governo siriano e lo sfruttamento delle ex infrastrutture del governo provinciale e regionale determinano un problema di difficile soluzione.
“Lo Stato islamico sta utilizzando le macchine da stampa trafugate al governo per realizzare passaporti e documenti falsi con copertine di provenienza russa. I documenti sono poi venduti da un minimo di 200 ad un massimo di 400 dollari”.
Secondo i servizi segreti americani, 3800 passaporti siriani contraffatti sono già stati contrassegnati. Altri 10 mila sono stati intercettati dall’FBI in Bulgaria diretti verso la Germania. Le partite sequestrate, però, potrebbero rappresentare solo una minuscola parte dei documenti falsi realizzati dal 2014.
“In assenza di specifiche informazioni di intelligence non possiamo identificare il rifugiato come membro dell’Isis. Non abbiamo intelligence sul terreno ergo le informazioni che abbiamo sul rifugiato si basano su ciò che racconta. Quindi significa che potrebbe essere un terrorista o un disperato”.
Sarebbe opportuno ricordare che il Visa Waiver Program non si applica per la Siria, in quanto non è inserito nella lista dei paesi riconosciuti dagli Stati Uniti. Attraverso tale processo di visto, quindi, un individuo sarebbe soggetto a procedure di screening a cura dei database dei servizi di intelligence USA. Il problema, in questo caso, è che le informazioni si basano anche sul database internazionale messo a disposizione dai rispettivi paesi. E quello siriano potrebbe non essere più del tutto affidabile ed aggiornato.