Siria, offerti alla Russia 300 miliardi di dollari per rovesciare Assad: Putin "non siamo la mafia"

(di Franco Iacch)
20/10/15

300 miliardi di dollari per rovesciare il regime di Assad offerti al presidente della Russia Vladimir Putin dal ministro della Difesa saudita Mohammad bin Salman in un incontro segreto. Ha suscitato parecchio scalpore la presunta offerta dell’Arabia Saudita avanzata all’alleato storico del presidente siriano Bashar al-Assad.

Da rilevare che la notizia non ha avuto eco in Occidente, ma ha suscitato scalpore nel Medio Oriente e principalmente in Russia, con organi di stampa ufficiali del governo costretti a smentire l’incontro. Poche ore fa anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito l’episodio come una colossale bufala.

La settimana scorsa, il quotidiano iraniano Ettelaat titola in prima pagina un dialogo segreto avvenuto a Sochi, tra Vladimir Putin ed il ministro della Difesa saudita, il principe bin Salman. In quel frangente, il ministro della difesa saudita avrebbe offerto a Mosca 300 miliardi di dollari e la promessa di ulteriori investimenti nell'economia russa in cambio della fine del sostegno al governo di Assad. Per gli iraniani Putin avrebbe rifiutato l’offerta.

Maggiori dettagli emergono dalla stampa libanese. La storia è stata ripresa dal quotidiano Addiyar in un vero e proprio approfondimento che riporta anche la presunta risposta di Putin. L’ex tenente colonnello del KGB avrebbe risposto al principe: “il mio governo non è la mafia, noi non uccidiamo amici e nemici in cambio di denaro. I soldi non cambieranno i principi strategici di Mosca”. Tutte le versioni della presunta offerta sono state smentite dal Cremlino.

Sarebbe opportuno rilevare il reale fine di quegli articoli pubblicati in Iran ed in Libano, paesi dove la libertà di pensiero è fortemente influenzata e dove gli organi di stampa sono filogovernativi. La storia di quell’incontro, probabilmente creato per scopi di propaganda interna, ha raggiunto il suo scopo (almeno nei paesi dove è stata pubblicata la notizia): far passare granitica la posizione di Putin nella questione siriana e screditare l’Arabia Saudita. L’animosità verso l'Arabia Saudita è ritenuta causa della vicinanza con gli Stati Uniti (anche se un giorno questa lealtà potrebbe essere messa in discussione se venissero declassificate le 28 pagine della Joint Intelligence Inquiry, commissione che ha studiato le dinamiche e le responsabilità dell’11/9 e che potrebbero dimostrare un forte coinvolgimento di Riyad). Perché se è vero che da un lato le leggi saudite sulla segregazione dei sessi, sono un affronto ad ogni tipo di diritto umano e logica, dall’altro il paese è strettamente legato agli Stati Uniti.

I sauditi, però, fanno affari d’oro anche con Francia, Gran Bretagna e con la Russia. La smentita del Cremlino, potrebbe far parte di un perfetto gioco delle parti. Ritornando al presunto scandalo dell’offerta riportata dai media libanesi ed iraniani: raramente gli organi di stampa di questi paesi riportano delle inchieste o degli scoop, quando questi non sono allineati con il governo. Ecco, quindi, che quell’incontro tra sauditi e russi, dinanzi alla popolazione libanese ed iraniana, andava giustificato: screditando i nemici e lodando la lealtà degli alleati.