Il primo bombardamento navale russo è stato pesantemente indirizzato contro undici obiettivi. Si attendono altre unità per incrementare la potenza e la capacità di attacco in profondità.
I 26 missili da crociera sono stati lanciati dalla Daghestan, fregata lanciamissili classe “Gepard” e dalle corvette classe Buyan, Grad Sviyazhsk, Uglich e Veliky Ustyug. E’ quanto ha ribadito, facendo eco ad un comunicato stampa ufficiale, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.
Shoigu ha confermato che i missili sono stati lanciati dal Mar Caspio ed hanno raggiunto, dopo aver percorso 1.500 chilometri volando sopra l'Iran occidentale ed il nord dell'Iraq, i loro obiettivi.
Ieri è stato probabilmente il giorno più impegnativo per il “Russian Aerospace Force Air Group in Syria”. Attacchi coordinati con Damasco sono stati lanciati nelle città di Hama e Idlib, ma ad essere stata colpita da un massiccio bombardamento è stata l’intera Siria occidentale.
Nonostante ciò, per gli Stati Uniti i russi non stanno facendo altro che indebolire le fazioni ostili ad Assad: tra queste c’è anche lo Stato islamico, ma non rappresenta una priorità. Tesi ovviamente smentite dal Cremlino che si è detto pronto a collaborare con i paesi membri della coalizione per coordinare tutti gli strike in Siria. Nonostante il cauto ottimismo delle ore scorse, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Ashton Carter, definendo la campagna aerea russa come un “errore madornale”, ha confermato che gli USA non sono ancora pronti a collaborare con Mosca per le operazioni in Siria.
Durante i raid di ieri, sono state colpite anche le roccaforti ribelli del fronte al-Nusra ed Ahrar al-Sham. Ha aggiunto l’ambasciatore siriano in Russia, Riad Haddad, raggiunto dall’agenzia Sputnik.
"Colpiremo ogni organizzazione terroristica riconosciuta dal Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite. Mosca ha distrutto il 40% delle infrastrutture dello Stato islamico. I terroristi si starebbero ritirando verso il confine con la Turchia". Anche questa tesi, però, è stata smentita. 40%? Facciamo il 3% - ha commentato il primo ministro turco Ahmet Davutoglu – lo Stato islamico non ha subito perdite rilevanti. Dei 57 attacchi aerei avvenuti nelle ultime ore, 55 erano indirizzati contro le fazioni moderate e soltanto due contro l’Isis.
Anche l'ambasciata americana in Siria ha messo in dubbio gli obiettivi della Russia. L'ultima valutazione degli Stati Uniti indica che Mosca sta fortificando posizioni nella Siria occidentale dove sono presenti le forze anti-regime supportate dalla CIA. Una mossa che dimostra, secondo gli americani, come la Russia stia intensificando la sua attività a terra per attaccare queste forze, piuttosto che elementi Isis.
Mosca, ovviamente, nega ogni tipo di azione terrestre.
(foto: MoD Fed. russa)