Un “uragano” sugli F-22

(di Andrea Gaspardo)
23/10/18

Nel corso delle settimane passate, gli Stati Uniti sono stati colpiti molto duramente dagli effetti dell'uragano Michael, tempesta cosiddetta “di categoria 4” che, seppur notevolmente depotenziato lungo il suo tragitto attraverso i Caraibi, ha in ogni caso scaricato una forza immane una volta toccato terra sulle coste della Florida. Questa volta però gli effetti non si sono fatti sentire solamente sulle infrastrutture e la popolazione civile del sud degli Stati Uniti, le cui proprietà immobiliari si trovano sotto il pericolo costante di subire devastazioni catastrofiche sul finire di ogni estate americana, ma anche sulle stesse forze armate degli Stati Uniti.

L'uragano Michael ha infatti colpito in pieno la base aerea Tyndall devastandone tutte le strutture. Non é chiaro a che forza stessero viaggiando i venti al momento della sciagura, però una stazione meteorologica situata sulla costa ha registrato la cifra di 210 km/h prima di essere a sua volta spazzata via. Il guaio è che le tempeste tropicali hanno la caratteristica di accelerare bruscamente, come fossero onde, una volta toccato terra, perciò la velocità reale d'impatto sulla base potrebbe essere stata molto maggiore. Lo testimonia, per esempio, il fatto che tutti F-15 radiati e posti in mostra statica in varie aree attorno alla base sono stati letteralmente sollevati e scagliati anche a diversi metri di distanza dalle loro sistemazioni originali.

È molto difficile stimare sin d'ora i danni causati alla base aerea Tyndall ma le riprese aeree eseguite per mezzo di elicotteri e droni e diffuse sia in rete che attraverso i principali canali televisivi lasciano intuire che una gran parte degli edifici sono stati completamente distrutti e anche quelli dotati di pareti più solide sono comunque stati scoperchiati. L'importanza di quanto accaduto può essere ulteriormente sottolineata dal fatto che a Tyndall erano di stanza il 43esimo ed il 95esimo squadroni da caccia appartenenti al 325esimo stormo da caccia dell'USAF dotati di complessivi 55 velivoli da supremazia aerea Lockheed Martin F-22 Raptor.

Entrato ufficialmente in servizio nel 2005, l'F-22 rappresenta l'epitome del velivolo da superiorità aerea unito alla tecnologia stealth per ottenere il più temibile caccia di 5a generazione attualmente in servizio al mondo. In tutto gli F-22 sono stati prodotti in 195 esemplari (8 prototipi e 187 velivoli di serie) anche se, nel frattempo, 5 (1 prototipo e 4 esemplari di serie) sono andati perduti in vari incidenti, perciò i 55 esemplari di base a Tyndall rappresentavano circa il 30% dell'intera linea da combattimento ed addestramento disponibile sulla carta dall'USAF. All'approssimarsi dell'uragano Michael, 33 cellule in grado di prendere il volo sono state trasferite d'urgenza vero altre basi, ma altre 22 bisognose di manutenzione sono rimaste negli hangar finiti distrutti dalla furia dell'uragano.

Non è chiaro al momento a quanto ammontino i danni subiti dagli F-22 di Tyndall né quanti verranno infine dichiarati “perdite totali” e cancellati dai registri di volo dell'USAF, tuttavia questo evento ricorda in maniera impressionante quello che colpì le Forze di Autodifesa Aeree del Giappone in occasione del terremoto e dello tsunami di Tohoku del 2011, che causò inoltre il disastro nucleare di Fukushima. In quell'occasione, l'onda di tsunami devastò anche la base aerea di Matsushima portando alla perdita o al danneggiamento di 18 caccia Mitsubishi F-2 in forza al 21esimo squadrone caccia ivi stanziato (5 velivoli furono dichiarati “perdite totali” mentre gli altri 13 vennero riparati negli anni successivi al prezzo di 490 milioni di dollari).

In attesa di ricevere ulteriori sviluppi e aspettando poi di valutare se l'intera base si Tyndall verrà infine dichiarata “perdita totale”, sarebbe quantomeno auspicabile che gli Stati Uniti e tutti i paesi occidentali, così come il Giappone prima di loro, inizino a valutare seriamente l'impatto che catastrofi ambientali come l'uragano Michael possono avere sui dispositivi infrastrutturali delle proprie forze armate, per evitare che in futuro le flotte aeree costituite da numeri non certo iperbolici di costosissimi apparecchi vengano decimate da tali eventi catastrofici quando ancora parcheggiate negli hangar o sulle piste di decollo ed atterraggio, e non già dall'azione del nemico.

(foto: U.S. Air Force)