La Marina degli Stati Uniti ha ufficialmente autorizzato la AOA, Analysis Of Alternatives, per identificare il futuro sostituto della flotta F-18 imbarcata sulle portaerei.
Il programma Next Generation Air Dominance, prima chiamato F/A-XX, potrebbe dare luce a svariate piattaforme in sostituzione degli F-18E/F ed EA-18G Growler, variante da attacco elettronico. La decisione di puntare su diverse cellule è stata suggerita dalla Marina a seguito delle potenziali minacce che il gruppo aereo imbarcato dovrà affrontare a partire del 2030.
L’NGAD dovrà bilanciare una serie di requisiti (letalità, convenienza e capacità di sopravvivenza) per una nuova famiglia di sistemi in grado di svolgere missioni ad ampio spettro. La US Navy chiede principalmente asset che possano garantire la superiorità aerea ed una capacità di attacco in un contesto ostile. Tra le minacce emergenti, si menzionano i nuovi caccia cinesi ed i sistemi di difesa missilistici russi come gli S-400/500. L’autonomia per l’NGAD sarà determinante. Dovrà garantire, infatti, un’ottimale raggio d’azione in un contesto limitato.
Le portaerei americane sono il simbolo della proiezione della potenza USA nel mondo, ma i vettori possono operare soltanto in determinati contesti permissivi. L’ascesa cinese con i missili Dong Feng, ad esempio, impone alla Marina statunitense di operare a distanza di sicurezza. Ciò significa una limitazione alla capacità di proiezione del potere USA nel globo e la rivisitazione della strategia aeronavale americana.
La decisione di cancellare il sostituto dell’Intruder, l’A-12 Avenger II, è oggi considerato uno degli errori più grandi della storia della Marina USA. Con il ritiro del servizio dell’amatissimo Tomcat, una piattaforma missilistica per i Phoenix, la marina iniziò ad imbarcare gli F/A-18 Hornet, originariamente concepiti come caccia per il combattimento manovrato e da attacco leggero.
Analizzando la capacità di proiezione, si scopre che la marina più potente del mondo è passata da un raggio d’azione in proiezione di 800 miglia nautiche nel 1996 a 500 nel 2006. Paradossalmente, la riduzione della proiezione imbarcata USA è coincisa con l’entrata in servizio dei sistemi Anti-Access/Area Denial cinesi e con sistemi d’arma con un raggio d’azione superiore alle mille miglia nautiche. La Marina spera di riuscire a contrastare le minacce emergenti, grazie alle capacita della famiglia NGAD, mantenendo centralizzato il ruolo del vettore nei contesti futuri.
La US Navy dovrebbe acquistare tra i 250 ed i 430 F-35C: la AOA per il Next Generation Air Dominance complica un pò le cose. La Marina statunitense, infatti, non ha mai inserito nelle specifiche primarie per il suo futuro caccia imbarcato una piattaforma a bassa osservabilità. Complice la presa visione del futuro impiego dell’F-35 (non più caccia universale, ma specifico secondo direttive generali mai condivise in pieno), la Marina adesso (pochi anni fa l’approccio era diverso) vuole una piattaforma da attacco multiruolo in grado di imporre la superiorità aerea e non un caccia tattico.
E’ innegabile una certa confusione, considerando anche lo sviluppo (già avanzato) per il drone Penetrating Counterair (PCA), sempre per la US Navy, a cui spetterebbe anche l’air dominance. Entro sei mesi sarà stilata una relazione finale dove saranno illustrati i risultati dello studio e le successive soluzioni consigliate. Qualora dovesse esser ritenuto sufficiente, la Marina inizierà il processo di sviluppo delle capacità. Entro la metà del 2017 potrebbe già vedere la luce il primo concept.
C’è solo una domanda: come riuscirà la Marina a finanziare il programma NGAD?
(foto: Lockheed Martin / Boeing)