"Questa volta non chiedo il pass stampa, me ne vado in spiaggia e mi guardo la manifestazione da lì. Anzi, non mi porto nemmeno la macchina fotografica, se no finisce che per cercare l'inquadratura migliore, mi perdo il gusto dello spettacolo".
Questo è stato il mio proponimento prima della manifestazione aerea di Marina di Grosseto, per celebrare il centenario dei Reparti da Caccia.
Mai scelta fu più azzeccata!
Certo, facendo così mi sono perso l'importante celebrazione in aeroporto, ma se da un lato non avevo nessuna intenzione di scrivere un articolo, e per una volta di godermi uno spettacolo nemmeno troppo pubblicizzato che mi dava l'idea di avere dei contenuti molto interessanti, dall'altro ciò che ho visto mi impedisce di mantenere la promessa fatta a me stesso, ed eccomi quindi a scrivere.
Era da tempo immemore (non vorrei esagerare, ma direi dalla "Giornata dell'Ala" del 1989!) che non mi capitava di vedere una vera manifestazione aerea militare.
Ho quasi paura di aver appena scritto qualche parola di troppo, perchè in questo paese di ipocriti, si deve fare finta di non avere delle vere Forze Armate moderne, né di celebrarne le proprie capacità, perchè altrimenti si viene presi per fascisti e guerrafondai, consegnando così le nostri migliori capacità militari al servizio di chi ci passa le risorse comunque necessarie al loro mantenimento che i politici riducono a scopo di propaganda personale.
L'essermi perso la commemorazione all'aeroporto di Grosseto, mi ha permesso però di beneficiare di una scena molto rappresentativa di come la nostra popolazione si approccia a chi, nel settore di propria competenza, è pronto a difenderla.
Infatti, mentre mi guardavo intorno meravigliato dalla "strana" mancanza di bancarelle di gadgets e delle solite tende dei circoli "Frecce Tricolori" (solitamente irriducibili supporter della nostra nazionale alata che portano nel nome e nel cuore), mi metto in coda dietro un individuo presso la tenda-stand di "Rivista Aeronautica" per rinnovare il mio abbonamento. Questo tizio inizia a chiedere informazioni sulla manifestazione ed il sottufficiale di servizio gli dedica ogni attenzione con cortesia ed educazione, spiegando anche in estrema sintesi (ma con correttezza) i vari compiti dei vari reparti che avrebbero preso parte alla manifestazione e che la manifestazione stessa era atta a commemorare i 100 anni dei reparti da caccia che ci garantiscono la difesa aerea. Come tutta risposta il tizio impone la sua spocchiosa conclusione che "lui non si sentiva per niente difeso". Così prende un poster e se ne va, senza ne' salutare, ne' ringraziare chi di sabato e in uniforme sotto un sole sahariano si prendeva insulti gratuiti da un ignorante, anziché andarsene al mare con la sua famiglia come l'ignorante medesimo.
E dico ignorante (vorrei dire ben altro, ma il silenzioso, sofferto sorriso a denti stretti ed occhi bassi del sottufficiale è una lezione anche per me) nel significato latino di "ignorans", perchè probabilmente non ha la più pallida idea di cosa possa voler dire difendere lo spazio aereo di un paese della NATO nel bel mezzo del Mediterraneo all'alba della seconda decade del XXI secolo.
E qui interviene questa manifestazione aerea con la sua inconsueta, quanto efficace struttura.
È un fine settimana di un' inizio estate in cui il sole sforna (nel vero senso della parola) temperature mai viste nemmeno a Ferragosto, e la gente ha voglia di andare al mare e di bagnarsi.
È raro vedere una manifestazione (come è stata questa), in cui si permette alle persone di assistere senza soffrire. Ci si può infatti anche bagnare fino a pochi minuti dall'inizio dello show, fermo restando che il medesimo non avrà inizio fino a quando il pattugliamento di Polizia (in mare, ma ovunque in borghese a terra) e Guardia Costiera non darà esito più che certo che anche l'ultimo bagnante è a debita distanza dal bagnasciuga. Dovrebbe essere sempre così, perchè gli air-show dovrebbero invogliare TUTTI ad avvicinarsi al volo e al suo mondo, non solo gli irriducibili dei Club Frecce Tricolori, che in maggioranza aspettano solo gli ultimi 25 minuti conclusivi a cura dei loro beniamini.
Quando un airshow è ben strutturato, come questo, può diventare un eccellente momento di spiegazione dei compiti e dell'organizzazione di enti complessi e strutturati di cui in troppi non sanno nulla, perchè nulla gli si dice o glielo si comunica nel modo sbagliato.
Anche altrove (la località più famosa è Jesolo), ogni anno si propongono airshow in spiaggia, ma questa manifestazione aerea di Marina di Grosseto si è svolta in modo diverso: non ha stravolto la normale pianificazione balneare di famiglie e appassionati, garantendo uno spettacolo di qualità superiore, in piena sicurezza e ordine, senza "disturbare".
Migliaia di persone in costume sotto l'ombrellone si sono goduti una giornata balneare di poco diversa da un normale weekend al mare, ma in più hanno potuto assistere a dimostrazioni e spiegazioni di quante differenti specializzazioni (e tutte di altisimo livello) siano necessarie per difendere lo spazio aereo di una nazione.
Servono intercettori, aerocisterne per dare agli intercettori il supporto logistico durante i loro interventi, così come velivoli radar per il supporto e la direzione tattica. Servono velivoli da radiomisure per la verifica e la taratura delle strumentazioni aeroportuali e di supporto alla navigazione aerea, così come servono aeromobili per garantire evacuazione sanitaria, trasporto e soccorso aereo. E servono anche velivoli atti a formale i piloti a cui questi aeromobili saranno affidati.
A Marina di Grosseto si è visto tutto questo, quasi senza intromissioni di acrobati esterni al mondo del volo militare, e quei pochi che sono intervenuti non hanno annoiato, anzi stupito, come i Breitling Jet Team.
Si è visto dal Boeing 767 aerocisterna che simulava il rifornimeno di 2 coppie (AMX e Tornado), il nuovo aereo-radar Gulfstream impegnato a dirigere due Eurofighter in una simulazione di operazione di superiorità aerea, mentre un P180 si è proposto come "target" di una coppia di Eurofighter per una simulazione di intercettazione.
Cuore della manifestazione era ovviamente l'evoluzione dei reparti da caccia, così il Reparto Sperimentale Volo ha presentato il 40enne Tornado e il 20enne Eurofighter, mentre la mancanza di un intercettore puro di III generazione in forza all'Aeronautica Militare è stata colmata dall'ospite straniero, l'F16 belga solista. Dal punto di vista delle pure qualità di volo, le differenze si notano, è vero, ma i vecchietti non sfigurano nemmeno troppo con il più giovane. Anzi... l'F16...(!) probabilmente non è uno dei primi lotti di produzione (come invece furono quelli avuti dall'Aeronautica Militare, poi sostituiti con l'Eurofighter ed è forse per questo che i belgi lo usano ancora.
In generale, comunque, un velivolo militare è un sistema d'arma composto da aeroplano e da strumentazione di volo e aerotattica. Da una spiaggia si può valutare solo l'aeroplano, ma occorrerebbe esserne ai comandi per comprendere quanto la strumentazione possa fare la differenza nello scenario operativo reale tra un velivolo appartenente ad una generazione e il suo successore.
Ce lo spiega lo speaker (più di qualcuno mi ha rifertito che la diretta TV della RAI non è stata di pari livello) indirettamente, descrivendo l'evoluzione dei velivoli da addestramento e commentando le presentazioni del T6 e del T346 (che ha prestazioni generali veramente molto interessanti, quasi un piccolo F16, simulatore volante di caccia più complessi di IV e V generazione) e del suo magnifico dispositivo didattico terrestre. Prima delle "Frecce Tricolori", che come detto da sole radunano migliaia di fans, la sempre meravigliosa presentazione del C27 della Sperimentale.
Un programma vastissimo, quindi, arricchito dalla rara presenza, in Italia, del Breitling Jet Team, che alla chirurgica condotta dei loro L39 (tipica della Patrouille de France da cui provengono) ha lasciato qualche tempo morto di troppo (altrettanto tipico della Patrouille de France), ma ha regalato la presenza di hostess nel loro stand di altissimo livello.
Tutto questo è la telecronaca di un airshow? NO, è la dimostrazione di come si può fare cultura aeronautica e militare senza mettere paura alla gente, anzi motivandola!
Difetti? Uno: il sole esattamente davanti agli occhi. Ma per questo non si può fare nulla, perchè Marina di Grosseto è sul Mar Tirreno ed il sole al pomeriggio scende ad Ovest.
Si sarebbe potuta fare la manifestazione a Foggia, lì il sole sarebbe stato alle spalle, ma forse sarebbe stata un po' decentrata.
Quindi, "se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto" (o viceversa, non so, comunque ci siamo capiti), e così, con grande sorpresa, ecco arrivare dal 32° Stormo di base a Foggia, l'F35!
Due passaggi in formazione (il primo in formazione a freccia, simbolo della Caccia) con 4 Eurofighter rappresentativi dei reparti festeggiati e un paio di passaggi solisti, di cui uno con vano bombe aperto.
In questo modo, con la presentazione di questo rappresentante della V generazione, si completa anche la presentazione dell'evoluzione dell'aeroplano da caccia italiano.
In spiaggia c'è molto interesse: me ne accorgo dal fatto che spiegando alcune cose alla mia compagna che è vicino a me, le mie spiegazioni attiravano l'attenzione di chi ci era vicino e mi ha stupito che queste dimostrazioni di interesse arrivassero anche da chi non sa nemmeno che di lì a breve ci sarebbero state le Frecce Tricolori.
Certo, con il senno di poi mi dispiace di non essere andato in aeroporto e assistere anche alla commemorazione, ma forse mi sarei preso la scena dell'ignorante alla tenda di Rivista Aeronautica che ha stuzzicato l'osservazione dell'interesse delle persone solitamente più "normalmente distanti" dal volo militare, se approcciate nel modo giusto.
Un insolito target centrato, quindi, dai nostri reparti da caccia ed anche questa volta grazie a tutto ciò che ne sta dietro e che spesso non fa il magnifico fragore di un post-bruciatore!
(foto dell'autore)