È la mattina di una classica piovosa domenica invernale quella del 22 febbraio 1931 quando la Nave Scuola Amerigo Vespucci, imponente ed immobile, attende il suo momento sulle taccate dello storico Regio cantiere navale di Castellammare di Stabia, fondato nel 1783.
Dall'invasatura poppiera si scorge la scritta "Amerigo Vespucci", non vi è ancora traccia del giardinetto né dei fregi in foglia d'oro zecchino di poppa. Non c'è neanche la polena in bronzo dorato sul dritto di prora.
Si tratta di un evento molto sentito da parte delle autorità, delle maestranze ma soprattutto della cittadinanza. In poco più di 9 mesi dalla data dell'impostazione della costruzione (12 maggio 1930) la professionalità e l'eccellenza cantieristica del tempo erano riuscite a dare alla luce un vero e proprio gioiello.
Nulla avviene per caso. Tutto è curato nei minimi particolari. Anche la data è stata accuratamente scelta. Proprio il 22 Febbraio in cui ricorre l'anniversario della morte del navigatore fiorentino, a cui è stata intitolata la nave, avvenuta nel 1522.
S.E. Pasquale Ragosta, vescovo della città, a termine della celebrazione della Santa Messa presso la cappella del cantiere, si dirige sul palco delle autorità dal quale benedice la Nave e successivamente anche tutta la folla di spettatori, testimoni inconsapevoli, di uno storico avvenimento.
Prendono posto sul palco anche la madrina del varo, la signorina Elena Cerio, figlia del comandante marittimo Oscar Cerio, che le siede affianco.
Tutto è pronto. Sono le 10.30 in punto quando il col. Odoardo Giannelli, direttore del cantiere navale, pronuncia, a gran voce, emozionato, il tanto atteso … "In nome di Dio, taglia!"
A seguire la madrina lascia andare dalle mani la bottiglia di spumante che termina la sua corsa infrangendosi contro la prora della nave mentre, quasi simultaneamente la scure si abbatte sulle trinche nell'assoluto e surreale silenzio dei presenti.
La nave inizia lentamente a scivolare sul piano di scorrimento in legno verso le acque del golfo di Napoli, il silenzio è rotto dagli applausi, scoppiati spontanei e fragorosi, della gente entusiasta e dal fischio assordante delle sirene delle altre navi in porto.
Il Mare Nostrum, bagnando con le sue acque le lamiere chiodate dello scafo, aveva simbolicamente battezzato la Nave Scuola Amerigo Vespucci che si accingeva a percorrere le prime miglia di una lunga e gloriosa navigazione che l'avrebbe portata, per ben 87 anni, in giro per i sette mari a farsi ammirare come quella che, ormai da tutti, è riconosciuta come la Nave più bella del mondo!
ieri mattina, riuniti in assemblea generale, Il comandante di Nave Vespucci ed il suo equipaggio hanno celebrato, ad 87 anni di distanza, il compleanno della Signora dei Mari. È stata l'occasione per rivivere, ancora una volta e tutti insieme, il rito del varo ripercorso nella lettura delle cronache del 22 febbraio 1931. All'evento hanno partecipato anche alcuni dei rappresentanti civili e militari dell'Arsenale di La Spezia, dei locali uffici tecnici della squadra navale ed delle industrie private che in questo particolare periodo stanno curando con grande attenzione e dedizione le attività manutentive programmate in previsione della prossima Campagna di Istruzione.
I festeggiamenti si sono conclusi con il tradizionale taglio della torta e con il brindisi augurale di buon compleanno alla "Nave più bella del Mondo" che instancabilmente continua, con orgoglio e fierezza, a girare il mondo e a svolgere con la tradizionale perseveranza che la contraddistingue, i suoi incarichi di nave scuola e di ambasciatrice del made in Italy e delle sue eccellenze nonché messaggera dei valori fondamentali della Marina Militare.