Dal 09 al 12 aprile i palombari della Marina Militare appartenenti al Nucleo S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Ancona, hanno condotto una delicata operazione subacquea nelle acque del lago di Varna (Bolzano), per rimuovere 917 pericolosi ordigni esplosivi residuati bellici.
L’allarme della prefettura, scattato dopo una segnalazione di privati cittadini circa la presenza di qualche probabile manufatto esplosivo, ha richiesto un intervento di bonifica d’urgenza che è stato condotto dal Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) della Marina Militare.
I palombari si sono immersi per ricercare ed effettuare il riconoscimento degli oggetti segnalati che, trovati in una fascia di fondale compresa tra i 2 e 5 metri, sono stati identificati come ordigni risalenti al primo conflitto mondiale e di provenienza austroungarica.
916 bombe da fucile ed 1 bomba da mortaio sono stati quindi recuperati e passati in consegna agli artificieri del 2° Reggimento Guastatori di Trento della brigata alpina Julia dell’Esercito per provvedere alla distruzione all’interno di una cava.
“Sono molto soddisfatto delle operazioni subacquee che abbiamo condotto nel lago di Varna negli ultimi anni” - ha dichiarato il maresciallo palombaro Augusto Mormile del Nucleo S.D.A.I. di Ancona che ha inoltre puntualizzato - “Questo è il quarto interveniamo effettuato per ricercare e recuperare questi pericolosi ordigni esplosivi. Dall’anno scorso abbiamo trascorso 15 giorni di lavoro in queste acque che ci hanno permesso di rimuovere in totale di 2.894 bombe da fucile che contenevano ciascuna circa 700 grammi di esplosivo. In particolare, durante quest’ultima settimana, abbiamo operato in condizioni molto difficili: la visibilità subacquea inferiore al metro e la temperatura dell’acqua di 7 C° ci hanno messo davvero alla prova, ma il nostro addestramento ci ha comunque consentito di portare a termine quanto richiesto dalla Prefettura”.
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità, svolti anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 22.000 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2018 ne hanno già neutralizzati 3.031 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 10.068 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti.