Nella base italiana Mario Zucchelli nel mare di Ross stanno continuando le attività di ricerca iniziate lo scorso ottobre nell’ambito della XXXIII spedizione italiana in Antartide.
Cinquanta progetti di ricerca su ecosistemi e climi e numerosi ricercatori nazionali ed internazionali sono supportati nelle proprie attività da un nutrito numero di militari delle Forze Armate italiane in relazione ai propri compiti d’istituto.
In particolare si è appena conclusa la prima fase delle attività subacquee condotte dal team di operatori subacquei interforze guidati dai palombari della Marina Militare ai quali l’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA ha affidato il coordinamento di tutte le immersioni svolte durante le spedizioni italiane come anche la gestione e conduzione della camera di decompressione presente nella base Mario Zucchelli predisposta per fornire soccorso in caso di necessità.
Durante tale attività sono state condotte 24 immersioni sotto il ghiaccio a favore di molti progetti di ricerca scientifica, per un totale di 1.240 minuti d’immersione alla profondità massima di 30 metri. Il team di subacquei, costituito da due palombari, un incursore di Comsubin e un Incursore del 9° reggimento d'assalto "Col Moschin", si è immerso per effettuare dei campionamenti sulla fauna marina (molluschi, artropodi, ricci, stelle marine, ecc.), acquisire dei sedimenti del fondo e posizionare diverse attrezzature scientifiche per l’acquisizione di dati ambientali e biologici per conto di molte università ed enti di ricerca.
Le attività subacquee svolte sotto il ghiaccio, assimilabili ad immersioni in ambiente confinato, benché affascinanti possono risultare molto pericolose, serve quindi competenza professionale e materiali subacquei realizzati appositamente per consentire al subacqueo di operare anche a temperature dell’acqua inferiori allo zero.
La scelta effettuata dall’ENEA di assegnare agli uomini del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin la gestione delle immersioni in Antartide si fonda appunto sull’esperienza ultracentenaria dei palombari nell’ambito delle attività subacquee militari, che consente loro oggi di operare fino a 1.500 metri di profondità, in qualsiasi scenario operativo.
Per questo motivo gli operatori subacquei delle forze armate e dei Corpi Armati dello Stato sono formati al Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
Nei prossimi giorni, a seguito della rottura del pack, inizierà una nuova fase d’immersione che impegnerà gli operatori della Marina e dell’Esercito in attività subacquee “in libera”, svolte in maniera più tradizionale, attraverso il supporto di un battello pneumatico.