La Marina Militare partecipa al calendario Stop anoressia e bulimia

(di Marina Militare)
24/01/18

Un calendario per dire no alla bulimia e all'anoressia. Dodici mesi in cui donne di estrazione, religione ed età diverse rompono il silenzio che esiste in Italia intorno ai disturbi del comportamento alimentare. L'associazione DonnaDonna onlus ha presentato ieri la settima edizione del calendario dal titolo "L'amore salva" all'Ospedale israelitico di Roma, insieme agli enti e alle istituzioni che hanno dato il loro contributo. Anche la Marina Militare ha fatto la sua parte, grazie alle otto ufficiali che hanno posato sullo scalone d'onore di Palazzo Marina.

Il progetto è stato declinato in due versioni: una, realizzata con le comunità e le associazioni ebraiche, e un'altra con le istituzioni e le Forze Armate, fra cui la Marina e i Carabinieri.

Presente ieri mattina anche il contrammiraglio Fabio Agostini, capo dell'ufficio pubblica informazione e comunicazione della Marina Militare. "In mare, in strada o in qualsiasi altro luogo – ha affermato – la Marina non lascia solo nessuno che abbia bisogno d'aiuto. E anche in questo caso, siamo stati lieti di dare il nostro contributo per diffondere un messaggio di salute importante".

Le immagini sono del fotografo Salvatore Arnone e, in tutte, le protagoniste tengono in mano una rosa rossa, simbolo dell'associazione.

La diffusione del calendario sarà gratuita e partirà dallo stesso Ospedale Israelitico dove oggi è stato annunciato tra l'altro dell'apertura di un centro d'ascolto per i disturbi del comportamento alimentare. In Italia circa 3 milioni di persone fanno i conti con bulimia e anoressia, senza considerare il "sommerso" di casi non evidenti o non dichiarati. La maggior parte dei pazienti sono di sesso femminile, tra i 12 e i 25 anni, ma in aumento sono i sintomi tra le bambine dagli 8 anni e donne in età di menopausa. Sempre più numerosi, infine, sono i casi maschili.

Ideatrice del calendario è l'attrice Nadia Accetti che durante la presentazione ha raccontato di essere stata lei stessa per oltre dieci anni una paziente. "Nel Talmud – ha affermato l'artista – c'è scritto che il malato quando guarisce torna alla giovinezza. Ed è così, oggi io mi sento una bambina. Ora sono rinata, finalmente sono libera e ho deciso di dedicare la mia vita alla prevenzione raccontando a quante più persone possibili che vincere si può. Non è il cibo il nemico da combattere, è fame d'amore e di vita. Grazie alle istituzioni che ci hanno aiutato per urlare questo messaggio".