Al Circolo Ufficiali della Marina Miliare “Caio Duilio” è andato in scena il convegno dedicato alla “Tecnologia delle Eliche di Superficie applicata agli Scafi Dislocanti”. Organizzato dall’Istituto Italiano di Navigazione (IIN), rappresentato il primo di molti convegni che verranno organizzati nei prossimi mesi.
Ad aprire il dibattito è intervenuta la dottoressa Palmira Petrocelli, Presidente del IIN, che ha rimarcato quanto questa tecnologia sia “una novità assoluta per tutti, molto importante dato che potrebbe essere il futuro della navigazione”. Al suo breve intervento è seguito quello dell’ing. Leonardo Quattrocchi, con un discorso incentrato sull’importanza della tecnologia nello sviluppo della navigazione e, in senso lato, per tutto ciò che concerne il quotidiano.
La domanda conclusiva del suo intervento, ovvero se è possibile applicare la tecnologia delle Eliche di Superficie alle grandi navi, è stata posta all’intervento principale, ovvero quello dell’ing. Brunello Acampora, depositario del brevetto sulla loro applicazione agli scafi dislocanti insieme al compianto ing. Renato “Sonny” Levi. La sua risposta è stata che “al momento questa tecnologia è stata collaudata, in maniera perfetta, solo su piccole navi, ma il futuro permetterà la loro applicazione anche su scafi molto grandi”.
Lo studio di questa nuova tecnologia è stata inizialmente affidata alla CFD (Fluidodinamica computazionale), un metodo che permette di analizzare, tramite computer, il movimento dei fluidi.
“La CFD ci ha permesso di studiare le applicazioni delle Eliche di Superficie, senza dover fare la prova fisica”, questo è il commento di Acampora riguardo questo fondamentale software. Da queste prove, sostenute dai test effettuati presso sia l’Università degli Studi di Genova sia l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, sono emersi risultati sorprendenti, anche per chi credeva fermamente in questo progetto. Prima di tutto la velocità massima possibile, maggiore del 10% rispetto alle tradizionali eliche, poi il consumo di carburante che con un -13,8% permetterebbe di limitare i costi di gestione delle navi. Questi, però, non sono gli unici dati positivi che permettono ad Acampora di essere sicuro di un loro futuro utilizzo. Rimanendo sulla questione prettamente motoristica, le Eliche di Superficie permetterebbero di installare un motore più piccolo, il quale avrebbe minori emissioni nell’aria, importanti in un mondo sempre più sensibile all’ecologia. Il motore più piccolo non sarebbe uno svantaggio, perché a questo compenserebbe il diametro maggiore dell’elica, il quale farebbe sì che l’efficienza del motore sia maggiore delle eliche tradizionali, perché “l’aumento del diametro dell’elica fa aumentare la sua efficienza”.
Un altro aspetto importante è quello estetico-funzionale. Acampora ha sottolineato che “le Eliche di Superficie non incidono minimamento sullo spazio disponibile nel ponte di poppa”, anche perché le eliche sono inserite in uno speciale tunnel, sopra il quale è possibile mantenere il ponte. Una tecnologia che, oltre alla Marina Militare, potrebbe diventare fondamentale anche per le grandi portacontainer che solcano i mari e gli oceani. Di problemi Acampora, momentaneamente, non ne vede se non la necessità di ripensare gli scafi delle navi. La sua fiducia nella “sua” tecnologia è tanta e, vedendo i dati e ascoltando le sue parole, non si può che non pensare che le Eliche di Superficie siano davvero il futuro della navigazione.
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