Migranti: su Nave Dattilo, tra soccorsi e nuove vite

(di Anita Fiaschetti)
06/10/16

Tre bambini, tutti di origine eritrea, sono venuti alla luce su Nave Dattilo CP 940 della Guardia Costiera qualche giorno fa, durante la navigazione verso il porto di Catania. Loro tra gli oltre mille migranti tratti in salvo nella stessa giornata e fatti nascere grazie alla dottoressa Giulia Maranig e all’infermiere Alessio Gallotta, personale sanitario del CISOM - Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta - presente sulla nave.

Ed è proprio Alessio, 25 anni originario di Portici, da luglio in CISOM, a raccontarci quanto accaduto: “Tutto è andato a buon fine, ma lascio immaginare cosa sia stato gestire tre parti, in meno di 48 ore, su una nave durante un’operazione di soccorso a oltre mille migranti, 1.004 per la precisione. I bambini stanno benissimo, ma non è stato facile: in nave le condizioni sono diverse, non siamo in ospedale e non abbiamo quasi nulla a disposizione: lì siamo noi e la mamma”.

Condizioni e circostanze, quelle in mare, diverse rispetto a quelle che si hanno negli ospedali e che richiedono, come dice lo stesso Alessio “un’ottima preparazione teorica e pratica, capace di rendere chiara a chi opera l’emergenza e a saperla gestire, controllando le emozioni e avendo quella lucidità utile a non farti commettere errori”. Lui, un infermiere giovanissimo che, dopo essere stato a Lampedusa, si trova ora su Nave Dattilo a fronte del protocollo d’intesa che lega dal 2007 il CISOM alla Guardia Costiera.

Sono oltre 10.000 i migranti tratti in salvo negli ultimi giorni nel corso di 72 distinte operazioni di soccorso, coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un lavoro, quello svolto dalla forza militare, che Alessio definisce: “immane e perfetto, caratterizzato da professionalità, spirito di adattamento e sacrificio che pochi hanno. L’organizzazione e il coordinamento di tutti i vari interventi di soccorso e recupero di migranti, svolti dalla Guardia Costiera, rendono il nostro lavoro, a livello sanitario, perfetto e possibile”.