“…la bandiera di combattimento è spiegata, allacciata, sventola al primo sole come uno scroscio di liberazione. […] A bordo delle navi, il marinaio saluta la bandiera che si alza e che si ammaina, e interrompe ogni lavoro, e si scopre, e si mette sull’attenti: ogni mattina ed ogni sera. Sono i momenti sacri. Ma questa è qualcosa di più: è la bandiera di combattimento, è come se la nave impennasse sull’antenna la sua vita stessa, è come se lo spirito divino della Patria si levasse a benedire e a proteggere”. - (Arnaldo Fraccaroli – corrispondente di guerra, da bordo dell’esploratore Quarto).
Dal suo posto di ormeggio presso la Stazione Navale Mar Grande di Taranto, anche per la fregata lanciamissili Aliseo della Marina Militare, inizia la cerimonia per l’ultimo ammaina bandiera. Sulle note dell’inno nazionale, intonato da tutti i militari presenti con gli occhi lucidi, la mente e il cuore velati di emozioni, l’ultimo ammaina bandiera per l’equipaggio di un’unità che cessa la sua vita operativa e lascia la Squadra Navale, è ricolma di un profondo significato simbolico.
“Le navi della Marina Militare sono fatte di ferro, sono rese vive dagli equipaggi che su di esse trascorrono anni ed anni di servizio. Quando vanno in disarmo, il simbolo che le contraddistingue, la bandiera di Combattimento viene conservata all’interno del Sacrario delle Bandiere presso l’Altare della Patria, per suggellare il ricordo e la continua memoria dell’Unità", ha affermato l'ammiraglio Valter Girardelli, capo di stato maggiore Marina Militare.
La bandiera navale nazionale è il simbolo della Patria e della Sovranità della Nazione. Afferma il senso di appartenenza e di identificazione nazionale. Istituita con un decreto dell’allora Capo dello Stato Enrico De Nicola, il 9 novembre 1947, sull’articolo 1 si legge che: “la Bandiera Navale della Marina Militare è costituita dal Tricolore italiano, caricato al centro della Banda bianca, dall’emblema araldico della Marina Militare, rappresentante in quattro parti gli stemmi delle Repubbliche marinare (Venezia, Pisa, Genova, Amalfi) e sormontata da una corona turrita e rostrata”.
La necessità di uno stemma sul Tricolore da inalberare sulle navi nacque forse da una ragione ancora oggi poco nota: durante la navigazione, la bandiera italiana “disadorna” avrebbe potuto generare equivoci, in quanto conforme all’insegna della Marina del Messico.
Il rispetto per la bandiera, l’osservanza delle consuetudini riguardanti il suo uso, la sua esposizione e conservazione fanno parte dell’etica navale. In porto, le navi militari alzano la bandiera, anche al bompresso alle 8.00 e l’ammainano al tramonto. Issano il vessillo all’asta di poppa all’ingresso e all’uscita dei porti, in particolare all’estero ed in occasione delle cerimonie.
La “Navy Jack” ovvero la bandiera di bompresso è quella che le navi da guerra innalzano all’estremità della prua, all’albero di bompresso, quando sono in porto o quando stanno uscendo o entrando da esso e, quando sono all’ancora alla fonda in rada. Il “jack” si alza e si ammaina contemporaneamente alla bandiera navale.
L’alzabandiera viene eseguito rapidamente, l’ammaina bandiera si effettua al tramonto lentamente, e si conclude con la “rialzata” della stessa. Entrambi eseguiti alla presenza di un ufficiale e del comandante dell’unità. Nel corso delle cerimonie, tutto il personale che si trova in coperta e a terra in prossimità della nave, interrompe le attività, si volge verso la bandiera e si mette sugli attenti.
Anche il personale che sale a bordo di un’Unità Militare che ha la bandiera alzata, o che scende dalla stessa, le rende onore prima di entrare o uscire, ponendosi brevemente sugli attenti e salutando militarmente rivolto verso la bandiera. La lista delle consuetudini sull’uso della bandiera a bordo potrebbe continuare.
Realizzata con tessuti pregiati, decorata con ricami a mano, viene consegnata dal più giovane ufficiale dell’equipaggio al comandante dell’unità all’inizio della vita operativa, per essere poi custodita a bordo, con cura particolare, in una teca di pregio ubicata in prossimità proprio, della cabina del comandante.
La bandiera di combattimento non è solo un simbolo per gli uomini e le donne di un equipaggio di una nave, è anche “l’anima” di quella nave che vivrà in eterno e custodirà tutti gli attimi di vita vissuta insieme a bordo.
Un altro pezzo di storia della Marina Militare viene messo a riposo e non dimenticato: Nave Aliseo, è la 5° delle otto fregate della classe Maestrale, che prendono il nome dai venti provenienti da Sud-Est e Nord-Est, che soffiano sul Mar Mediterraneo. Il carattere “costante” di questi venti, ha ispirato il motto dell’unità: “constans et indomitus”.
Impostata il 26 maggio 1981 nei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso, varata il 29 ottobre 1982 e consegnata il 7 settembre 1983. E’la 3° nave nella storia della MMI a portare questo nome. La prima in ordine cronologico fu un rimorchiatore che rimase in servizio dal 1916 al 1920. La più blasonata fu la torpediniera di scorta della classe “Ciclope” consegnata nel 1943, messa in disarmo nel 1949. L’evento più significativo per la torpediniera si produsse sotto il comando del capitano di fregata Carlo Fecia di Cossato nel settembre del 1943, quando attaccò ed affondò 10 piccole unità tedesche, fuori dal porto di Bastia, soccorrendo successivamente i naufraghi rimasti tra i flutti. Una copia del resoconto di tale azione è esposta nel corridoio ufficiali superiori dell’Aliseo.
Progettata con specifiche predisposizioni per il contrasto dei sommergibili, negli anni si è dimostrata capace di assolvere molte missioni come: difesa di altre Unità Militari maggiori di interesse strategico da eventuali minaccia aerea e navale, controllo e interdizione di aree e linee di traffico marittimo, contrasto ai traffici illeciti con Operazioni di Embargo, ricerca e soccorso di imbarcazioni in difficoltà. Tra le attività più importanti svolte dall’ultima unità Aliseo che porta questo nome dal 1983, meritano una menzione: le Operazioni Constans Vigilans e Mare Nostrum, per pattugliare le zone di mare aperto interessate dai flussi migratori provenienti dalle coste nordafricane verso il territorio nazionale e prestare soccorso quando necessario. L’Unità è stata in grado di fornire capacità di Comando e Controllo a Staff di ridotte dimensioni, anche Multinazionali (per un mese ha ospitato in mare il Comando del Secondo Gruppo di Contromisure Mine della Nato); hanno operato 2 elicotteri (AB 212) con i team di protezione e sicurezza, boarding o tiratori scelti della Brigata Marina San Marco.
Nave Aliseo è stata posta in RID (Ridotta Tabella di Disponibilità) il 7 settembre 2016. Il suo porto di assegnazione è Taranto.
L’evento dell’ultimo ammaina bandiera dell’Aliseo ha suscitato una acuta riflessione, confluita in un incontro presieduto dal capo di stato maggiore della Marina Militare Valter Girardelli, sul rapporto tra la Marina Militare e la Terra di Puglia, prima dello svolgimento della cerimonia solenne. La ultra secolare presenza della forza armata sul territorio si traduce in importanti basi navali: rappresenta un fattore di significativo impatto sulla realtà storica, sociale, economica e culturale dell’area. Su questo territorio si concentra un numero elevato di eccellenze della Marina Militare. C’è una presenza significativa sia per qualità che per quantità di componenti della squadra navale: alla Base Navale di Taranto saranno destinate 6 FREMM (Fregate Multi Missione), due in breve tempo tra cui Nave Carabiniere e due sottomarini tipo U212. Successivamente verranno assegnate anche una nuova nave anfibia (LHD), una nuova rifornitrice (LSS) e parte dei nuovi pattugliatori (PPA). Presso l’Arsenale Militare Marittimo sono in corso, le soste di Ammodernamento Progressivo Programmatico di molte unità. Si prevedono anche attività di manutenzione navale per Nave Cavour, la cui sosta sarà significativa per le lavorazioni necessarie per adeguare l’unità all’imbarco dei veivoli JSF. La Marina Militare è presente sul territorio con la Scuola Sottufficiali, il Centro Ospedaliero Militare che si sta aprendo anche alla popolazione civile (dispone di un efficiente centro iperbarico e un moderno centro trasfusionale), il Castello Aragonese etc. L’esaltazione e la rivalutazione della tradizione marittima dell’area vede nell’investimento del mare un’opportunità con una ricaduta positiva sul territorio.
Con la deposizione della bandiera di combattimento e la cancellazione dei ruoli dal naviglio militare della Fregata Aliseo, continua anche, il processo di ridimensionamento della flotta Navale della MMI. Con il programma della cosiddetta “Legge Navale” si è avviato un processo di riqualificazione e di specializzazione anche dell’attività operativa della MMI.
Ammiraglio Girardelli, il finanziamento assicurato con l’ultima legge navale è sufficiente a garantire l’adeguato ammodernamento dello strumento navale visto l’impegno della Marina Militare nella Blue Economy e l’obiettivo di migliorare le capacità duali della flotta?
Nella valutazione tecnica dell’ammodernamento previsto con la legge di stabiltà del 2014, che prevedeva 5,3 miliardi di euro, si faceva riferimento al 1° intervento di rinnovamento e ammodernamento. Era assicurato il finanziamento per 7 pattugliatori, un’unità da sbarco, una rifornitrice con capacità di supporto logistico, due unità di supporto per le operazioni subacquee. Già in quel testo si specifica che occorre un'ulteriore riorganizzazione con una nuova finanziaria, sono necessarie altre risorse per altre linee operative come i cacciamine, i sommergibili etc. Nell’Art.1 comma 140 della legge di stabilità 2017, è previsto un ulteriore stanziamento […]se la situazione economica del Paese vista la crisi degli ultimi anni migliorerà, permetterà di anticipare gli eventi, ed è quello che la Forza Armata auspica[…].
Tutte le nuove unità saranno ecosostenibili, si prevede l’utilizzo di carburante Biofuel, e non si esclude la possibilità di utilizzare la propulsione a gas liquido.
Il ridimensionamento e la riqualificazione della Flotta navale impegna la Marina Militare in due settori importanti: lo sviluppo della Blue economy e l’impiego della capacità “Dual Use”.
Per la posizione strategica che l’Italia occupa nel Mar Mediterraneo, il ruolo della MM deve essere necessariamente primario. Per l’Italia il mare ha un ruolo chiave: il sistema economico trae forza dal mare. Dai dati forniti al 1°Summit sulla Blue Economy, il Mare Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie degli oceani, attraverso di esso viaggia il 19% del traffico mondiale e in generale il 30% di quello del petrolio. In Europa, attraverso il Mar Mediterraneo giunge il 65% delle risorse energetiche. La crisi geopolitica del Nord Africa, del Medio Oriente e della Turchia mette a rischio la Sicurezza del Mediterraneo e quindi tutte le attività che si svolgono in questo mare. Nonostante la minaccia terroristica e l’instabilità politica le acque del “mare Nostrum” continuano ad essere sicure per la presenza della flotta navale della Marina Militare e degli Alleati, che come previsto dalla stessa Blue Economy, contrastano i traffici marittimi illeciti, le minacce informatiche al dominio marittimo il terrorismo e l’inquinamento marino
Per quanto concerne le capacità duali, tutte le unità navali per assolvere ai loro compiti militari sono progettate con capacità di autosufficienza logistica, rapidità di movimento, flessibilità di impiego e possibilità di fornire molteplici tipologie di servizi e supporto, diretto o indiretto, della collettività.
Alla cerimonia solenne della messa in disarmo di Nave Aliseo, alla presenza del CSMM ammiraglio di squadra Valter Girardelli, del Comandante in Capo della Squadra Navale Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, il tenente di vascello Luca Gullotti, comandante di Nave Aliseo, nel suo intervento rivolgendosi al suo equipaggio ne ha lodato la fattiva collaborazione, evidenziando l’intensa attività svolta a bordo della fregata: "La cerimonia dell’ultimo Ammaina Bandiera suscita in ogni marinaio un sentimento di malinconia, un sentimento che per un marinaio è difficile da spiegare […]insieme alla nave è come se una parte della sua vita viene messa a riposo[…]sono orgoglioso di essere stato il vostro comandante[…]."
Il CSMM, ammiraglio Valter Girardelli, nel suo discorso ha sottolineato che: "Le fregate della classe Maestrale per la prontezza di intervento grazie anche alla operatività dei loro equipaggi hanno permesso alla forza armata ed alla Nazione di guadagnare sempre maggiore credibilità in campo alleato ed internazionale. Ancora oggi le unità navali della classe Maestrale sono impegnate in attività operative di coalizione e in missioni internazionali […] Nave Aliseo è la 5° della classe ed è la 2° ad essere collocata in disarmo. È in atto infatti un progressivo avvicendamento delle unità della classe Maestrale che lasciano il servizio operativo. Faranno ingresso le nuove FREMM della classe Bergamini che successivamente al loro ingresso nella squadra navale, saranno assegnate alle Basi navali di Taranto e La Spezia. Questo avvicendamento consente alla Forza Armata d ridurre il numero del personale imbarcato con l’utilizzo delle moderne tecnologie impiegate a bordo. E dal punto di vista economico le nuove FREMM sono costruite con criteri che assicurano minore spese di gestione e di manutenzione […]".
Dopo la lettura dell’atto dispositivo di disarmo della nave e dopo la preghiera del marinaio, il vessillo di nave Aliseo è stata ammainato per l’ultima volta sulle note dell’inno nazionale.
“L’insegna più alta e più nobile della nostra Patria, vessillo che ha consacrato l’unità al servizio delle Istituzioni in tutta la sua vita operativa, sarà sbarcata per essere custodita nel rispettivo cofano”.
Parte dell’equipaggio schierato sul ponte di volo, abbandonata l’Unità per disporsi in un corridoio attraverso cui il comandante t.v. Gullotti con passo lento e cadenzato, accompagnato da 21 salve di cannone dirigendosi verso il CSMM, ha consegnato la bandiera di combattimento destinata al Museo sacrario delle bandiere delle forze armate, all’interno dell’Altare della Patria, luogo simbolo delle memorie nazionali.