10 combattenti talebani hanno aderito al programma di riconciliazione con le istituzioni governative afghane e, alla presenza delle principale autorità civili, durante una solenne cerimonia, hanno consegnato il proprio armamento alle forze di sicurezza.
È stato determinante il ruolo della polizia e dell’Esercito afgano, addestrati ed assistiti dal contingente italiano del TAAC West, attualmente a guida brigata “Sassari” che, esprimendo sempre maggiori livelli di professionalità, garantiscono un controllo minuzioso del territorio riducendo drasticamente la libertà di movimento dei cosiddetti nemici dell’Afghanistan. Gli stessi ex insorti, durante la solenne cerimonia, hanno attribuito alle forze di sicurezza locali il motivo principale della propria scelta di riconciliazione, ovvero al timore di essere catturati durante le pressanti operazioni.
Sono infatti molteplici le operazioni condotte dalle Forze di Sicurezza locali che stanno portando a risultati di assoluto rilievo, ne è un esempio l’attività a guida intelligence condotta nella provincia di Farah la settimana scorsa che ha portato alla neutralizzazione di alcuni capi dell’insorgenza ed alla disarticolazione della catena di comando e controllo.
Il programma di riconciliazione promosso dalle istituzioni afghane, prevede alcuni incentivi con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il numero dei sostenitori del governo afghano che, nella provincia di Herat è salito al 78% circa della popolazione ed è fra i più alti dell’intero Paese.
Tra gli obiettivi individuati e condivisi dal comandante del TAAC W, Gianluca Carai con le autorità civili e militari di Herat incontrate recentemente, quello del raggiungimento dell’80% della popolazione a sostegno del governo afghano, in linea con quanto previsto da un recente accordo siglato dai vertici della missione Resolute Support con il presidente Ghani. Già individuate anche le principali linee d’azione che saranno discusse nei prossimi giorni in un importante meeting sulla sicurezza che si terrà a Camp Arena alla presenza delle principali autorità militari locali e del comando di Resolute Support provenienti da Kabul.