Il 6 agosto l’Italia ha completato un nuovo ciclo di comando dell’operazione Atalanta che da dieci anni è dispiegata in Oceano Indiano con lo scopo di garantire la sicurezza del traffico marittimo dalla minaccia della pirateria marittima.
Nel porto di Gibuti il force commander, contrammiraglio Simone Malvagna, imbarcato con il suo staff internazionale sulla flagship Carlo Margottini, ha infatti ammainato la propria insegna cedendo il comando all’ammiraglio Alfonso Perez de Nanclares, imbarcato sulla nave spagnola “Castilla”.
Si sono così conclusi i 4 mesi a guida italiana della missione, alla quale hanno contribuito assetti aeronavali spagnoli, tedeschi ed un team di sicurezza montenegrino imbarcato su di una nave mercantile del World Food Program.
L'operazione Atalanta è stata istituita dall'UE nel 2008 in risposta ai ripetuti atti di pirateria somala a danno dei mercantili in transito, con l'obiettivo primario di proteggere le navi del World Food Program (WFP), dell'African Union Mission in Somalia (AMISOM) ed altre unità vulnerabili, contrastando e prevenendo tali attacchi .
Il fenomeno della pirateria, pur evidenziando segni di regressione, non può considerarsi completamente debellato, per questo l’operazione Atalanta, svolta in stretto coordinamento con le altre Marine operanti in questa parte di Oceano Indiano, avvalendosi di specifiche risorse e richiamandosi ad un approccio sempre più omnicomprensivo, si dedica anche ad altri settori di supporto alle comunità rivierasche il cui consolidamento è considerato nevralgico per la stabilizzazione dell’area.
Attualmente Atalanta mette infatti a disposizione le proprie capacità operative anche per supportare le altre missioni dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali operanti in zona. In tale contesto giocano un ruolo sempre più rilevante sia le opportunità d’incontro con le massime autorità politiche dei paesi rivieraschi che quelle d’interazione con le Marine e Guardie Costiere ad essi appartenenti.
Le soste di Nave Margottini in Oman, Gibuti, Tanzania, Seychelles e Kenya sono state così sfruttate per programmare ed effettuare specifiche attività di “capacity building” a favore delle forze di sicurezza locali allo scopo di trasmettere loro le conoscenze necessarie per operare in autonomia nel contrasto alle attività illecite.
Nell’ambito della cosiddetta “Naval Diplomacy” da evidenziare invece l’incontro tra il force commander ed il primo ministro somalo avvenuto in occasione dell’Europe Day di Mogadiscio così come con il vice primo ministro ricevuto a bordo di Nave Margottini.
In aggiunta Nave Margottini ha condotto attività di Civilian and Military Cooperation (CiMiC), con l’intento di appoggiare e sostenere specifiche strutture ed organizzazioni locali che si occupano di aiutare quelle fasce di popolazione particolarmente disagiate.
Nonostante gli impegni derivanti da tale serrata attività, sono state colte anche tutte le opportunità utili a migliorare ed affinare l’operatività e l’addestramento delle unità incluse nel dispositivo. Numerose e rilevanti sono state infatti le esercitazioni e le cooperazioni svolte con le altre forze navali presenti nell’area di operazione, tra cui le Marine del Giappone, della Korea del Sud, dell’Oman.
In conclusione un bilancio più che positivo per i nostri militari a bordo di Nave Margottini che, prima di essere inserita nel dispositivo Atalanta, ha svolto una intensa attività di presenza, sorveglianza e diplomazia navale in Golfo Persico dove ha preso parte ad una delle più importanti manifestazioni fieristiche internazionali del settore della difesa, la Dimdex 2018 (Doha International Maritime Defence Exhibition).