Presso la base addestrativa di Bnslawa in Erbil, nell’ambito dell’addestramento che l’Italia conduce a favore delle Forze di Sicurezza Curde (KSF), il legal advisor del contingente italiano in Iraq ha tenuto una lezione di Diritto Internazionale Umanitario e Diritto dei Conflitti Armati.
Durante la lezione sono stati affrontati temi riguardanti i legittimi combattenti e i criminali di guerra, nonché gli usi della guerra, gli obblighi e i divieti che ogni combattente legittimo è tenuto a rispettare.
Alle attività formative erano presenti anche alcuni peshmerga che hanno già combattuto contro Da’esh, pertanto le lezioni sono state luogo di significativi momenti di crescita e confronto in merito alla necessità di rispettare le regole del Diritto Umanitario di fronte a chi fa del mancato rispetto delle regole il suo punto di forza.
Il Diritto Umanitario nasce come tale a partire dal XIX secolo, ma i suoi principi si ritrovano nelle sacre scritture di tutte le religioni costituendo, di fatto, un insieme di regole a cui nessuno può sottrarsi e in violazione delle quali ci si macchia di gravi crimini di guerra. Di fronte a tali crimini che quotidianamente Da’esh perpetra, il rispetto delle regole di Diritto Umanitario è fortemente sentito dal comparto KSF, soprattutto da quei peshmerga che, per mano dei terroristi dello Stato Islamico, hanno perso i familiari.
L’Italia con i suoi 950 uomini e donne rappresenta attualmente il secondo maggior contributore della coalizione guidata dagli Stati Uniti d’America nella lotta a Da’esh e con addestratori dell’Esercito e all’Arma dei Carabinieri ha già formato nel Kurdistan iracheno e a Baghdad oltre 13 mila uomini e donne.