28 missioni in 19 Paesi per un totale di 13.800 militari: 6.750 in operazioni internazionali - tra Africa, Asia ed Europa - e 7.050 in quelle nazionali, “Strade Sicure” in primis. Numeri e luoghi che fanno dell’Italia un Paese fortemente impegnato: è quanto emerso dalla videoconferenza con i teatri operativi tenuta presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.
Teatri operativi dove nonostante vi siano problematiche severe, non mancano eccellenti risultati come quelli raggiunti in ambito del “Resolute Support” in Afghanistan, dove l’Italia è presente con circa 950 unità: 50 a Kabul e 900 ad Herat. Qui lo sforzo delle Forze Armate e di polizia locale ha permesso di conquistare il 68% del territorio (il 10% è ancora di dominio dei talebani), di addestrare il personale locale e, nonostante vi siano motivi di preoccupazione come la corruzione e la droga, di migliorare le condizioni di vita della popolazione: il 40% risulta scolarizzata, l’11% utilizza Internet, il 65% usa il cellulare, la mortalità infantile è scesa al 13%, prima era il 26, la componente femminile è presente in 69 seggi parlamentari e 4 donne reggono 4 ministeri.
Dall’Afghanistan al Libano dove l’Italia è presente con un contingente di 1.100 militari nella missione “UNIFIL”. Tra i compiti quello di assicurare l’assistenza alla popolazione libanese, supportare le forze armate locali, controllare la Blue Line - la linea armistiziale di separazione tra Israele e Libano - e sviluppare progetti per le fasce più deboli della popolazione. Sempre in Asia, sono 1.400 i militari impegnati in Iraq nell’Operazione “Prima Parthica”, la missione più numerosa per il contrasto del Daesh dove, oltre ad attività di ricognizione, sorveglianza e addestramento, l’Italia fornisce capacità operativa di Recupero del Personale e garantisce sicurezza al personale della ditta incaricata dei lavori di risanamento della diga di Mosul.
Diversi i teatri operativi anche in Africa: a Gibuti, a Mali, in Egitto, in Somalia e in Libia con la recente “Operazione Ippocrate”, nata con lo scopo di fornire assistenza sanitaria alle forze libiche impegnate nel contrasto alla presenza del Daesh mediante l’allestimento di una struttura ospedaliera a sostegno dell’ospedale civile di Misurata.
“Un grosso impegno quello delle nostre Forze Armate – ha dichiarato il ministro Pinotti - sia esso in Patria sia all’estero, consistente e significativo. Nelle moltissime missioni i nostri militari stanno svolgendo un lavoro egregio. In quelle internazionali giungono i complimenti da parte di tutti i nostri alleati e di tutte le autorità dei Paesi in cui operiamo. Un lavoro di tanti anni che ha portato ad avere Forze Armate di grandissima professionalità”.
Spostandoci in Europa, prosegue la presenza dell’Italia in Kosovo con la missione “KFOR”, la più longeva delle missioni NATO, e le due operazioni nel Mediterraneo Centrale: “EUNAVFOR MED Operation Sophia” e “Mare Sicuro”. Operazioni importanti, in stretta collaborazione tra loro oltre che con le forze NATO, che svolgono un ruolo attivo di presenza e sorveglianza delle acque, sicurezza marittima nei confronti delle piattaforme petrolifere e delle flotte pescherecce e soccorso ai migranti. Nella prima operazione, a cui partecipano attivamente 25 nazioni europee, l’Italia è presente con Nave Garibaldi e Nave San Giorgio. Nonostante il flusso migratorio sia aumentato del 9% rispetto allo stesso periodo del 2015 è aumentata anche l’attività in mare della guardia costiera libica. 99 i sospetti trafficanti fermati dall’inizio dell’operazione e 337 le imbarcazioni sottratte, circa 23.000 le vite umane salvate. A sorvegliare le coste libiche “Mare Sicuro” che vede oggi dispiegate 5 unità navali: Nave Mimbelli, Fasan, Bersagliere, Corsini e Bettica, per un totale di 762 uomini e donne di equipaggio.
In Italia, le Forze Armate sono impegnate nell’operazione “Strade Sicure” e, in questo momento, a supporto delle popolazioni del centro Italia, colpite dai terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre, con 1.239 unità, unità che sono destinate a crescere, come annunciato dal ministro stesso. “Le Forze Armate italiane – ha concluso il generale Graziano - hanno raggiunto un livello di preparazione, professionalità e capacità molto elevato e sicuramente si pongono fra le migliori al mondo per qualità del personale e capacità di intervento”.
(foto: SMD)