Meno di ventiquattro ore e avrà inizio la terza edizione degli Invictus Games, la competizione sportiva internazionale voluta dal principe Harry e a cui prendono parte i militari affetti da disabilità permanenti.
Dopo Londra (2014) e Orlando (2016) è la volta di Toronto. Dodici le discipline nelle quali si cimenteranno, dal 23 al 30 settembre, i 550 atleti provenienti da 17 nazioni. Tra questi anche i 15 atleti del Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa. A loro e in particolar modo al capitano del team, il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare, è stato affidato dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, la bandiera italiana.
“Rappresenterete l’Italia con lealtà e coraggio, valori di cui avete già dato ampia prova nella vita” ha commentato il presidente Mattarella durante la cerimonia di consegna del tricolore. Presenti anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano che di recente ha sottolineato come: “creda fortemente nel valore terapeutico dello sport e nella sua capacità di stimolare chi lo pratica a superare limiti e barriere. Da Comandante - ha aggiunto - sono molto orgoglioso di quanto in questi anni è stato fatto dal Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa e osservo con profonda ammirazione la tenacia e la determinazione dei nostri sportivi che, proprio nella pratica delle discipline sportive, hanno trovato la forza per continuare a combattere”.
E un pensiero speciale a chi si accinge a vivere gli Invictus Games di Toronto arriva dal colonnello E.I. nel ruolo d’onore Carlo Calcagni che ha dichiarato: “Questa edizione degli Invictus Games in Canada non mi vedrà competere assieme agli altri atleti del Gruppo, perché esiste un tempo per tutto: un tempo per gioire, un tempo per ricevere gli applausi, un tempo per soffrire e sperare, ma esiste anche un tempo per fare spazio, per regalare la possibilità a un altro collega, ferito anch’egli per onorare la Patria, di dedicarle pur con altre modalità il suo tempo, la sua voglia e le sue energie. Oggi credo sia il tempo di offrire a chi per la prima volta si onora di far parte di questo Gruppo di nuovi ‘eroi’ l’occasione di rientrare in Italia magari con le tre medaglie d’oro di cui mi sono fregiato nell’edizione in Florida nel 2016, o anche solo carico di quello spirito di partecipazione, condivisione e dignità che si respira in occasioni come questa, perché possa beneficiarne per il proprio recupero personale e trasmetterlo a chi non è ancora riuscito ad apprezzare ciò che la vita, anche e spesso ancora più nella sofferenza, ci regala come doni unici e meravigliosi”.
“Quello che conta è comunque esserci per poter vivere meravigliose emozioni e saperle raccontare, per condividere sensazioni e trasmettere storie di dolore e soprattutto di resilienza: esserci anche senza essere presente” ha continuato Calcagni. E se il GSPD dal 2014 a oggi è cresciuto in termini di partecipazione, arrivando a ben 41 atleti, e in termini di medaglie: nel 2014 a Londra furono 5 e nel 2016 a Orlando ben 11, non resta che augurare un in bocca al lupo ai nostri atleti e tifare per loro.
(foto: Ministero della Difesa)