Il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano a cui il ministro Pinotti ha dato la delega allo sport, tira le somme al termine delle competizioni sportive delle olimpiadi brasiliane.
"L'Italia con 28 medaglie si è classificata al nono posto mondiale davanti a tanti grandi Paesi quali Australia, Brasile, Spagna e abbiamo dimostrato che possiamo ancora migliorare, come del resto stiamo facendo di anno in anno. Al CONI nel 2016 sono stati stanziati 405 milioni di euro per gestire una rete capillare di Federazioni sportive sparse su tutto il territorio nazionale, alle Forze armate sono andati circa 3,5 milioni.
Il dato che maggiormente pone delle riflessioni sono i risultati conseguiti dagli atleti militari che hanno portato a casa 23 delle 28 medaglie, ciò dimostra che il sistema dei gruppi sportivi militari garantisce migliori risultati. A fronte, quindi, di un ottimo risultato complessivo a Rio, perché non sederci intorno ad un tavolo e fare maggiore integrazione e sinergia? Sicuramente gli atleti militari hanno la tranquillità di potersi allenare sempre: è la loro mansione principale, e non è poco in confronto a chi deve pensare anche ad allenarsi, questo è quello che avviene per gli atleti senza stellette.
A questo punto occorre effettuare una scelta radicale e condivisa di integrare maggiormente i sistemi organizzativi militari e civili e decidere se si vorrà davvero alzare il livello delle nostre ambizioni internazionali. Il nostro Paese, come dimostrato ieri al summit di Ventotene è al centro del rilancio dell'europeismo e non può non dedicare risorse e attenzione a quello che lo sport olimpico porta, quale vetrina di prim'ordine nel mondo.
Pensare di non candidare Roma per ospitare le olimpiadi mi sembra una controtendenza a quello che il Paese invece riesce ad esprimere nel mondo. L'olimpiade è una nuova Expo dove tutto il Paese si mette in vetrina, è una occasione, un treno da prendere e da non lasciare andare. Sono sicuro - aggiunge il sottosegretario Alfano - che gli eccellenti risultati di Rio convinceranno proprio tutti anche i più reticenti. Sarebbe un errore imperdonabile strumentalizzare le olimpiadi per fini demagogici.
Ritornando al mondo militare mi preme dare un accenno anche al Gruppo Sportivo Paralimpici della Difesa, altra nostra eccellenza che non tutti conoscono e che ha fatto ben figurare il Paese in tutte le competizioni. Perché la necessità di un Gruppo Sportivo Paralimpici?
Perché anche grazie allo sport si favorisce il recupero psico-fisico dei nostri militari che, operando in Patria o al di fuori dei confini nazionali, hanno contratto lesioni o malattie invalidanti e permanenti nell'adempimento del proprio dovere.
Lo sport costituisce una preziosa opportunità per continuare a condurre uno stile di vita attivo e per favorire l’integrazione e lo spirito di corpo.
Questo progetto ha offerto un contributo determinante verso una nuova prospettiva di vita e una più compiuta riabilitazione sociale ai nostri uomini e donne con le stellette che così continuano a servire lo Stato, del resto loro questo lo hanno nel DNA".