Il ba’athismo e la Siria degli Assad

(di Federico Gozzi)
11/04/17

Il Medio Oriente è da sempre preda di Stati che perseguono obiettivi colonialisti e imperialisti, dapprima per la sua posizione strategica, poi per le sue risorse naturali, utili entrambe ad accrescere le casse dei vari dominatori. A partire dal '900, però, divenne fondamentale il controllo dell'area, poiché dominando la Mezzaluna Fertile si aveva accesso al canale di Suez, il quale permetteva di far giungere enormi quantità di petrolio in Europa.

Nel 1916 si ebbe la prima rivolta araba contro il dominio ottomano. Questa sollevazione fu supportata dagli Inglesi e dagli Alleati, i quali, sotto la guida dell'ufficiale Lawrence d'Arabia, condussero le truppe ribelli fino a Damasco, conquistandola il 30 settembre del 1918. Dopodiché, la promessa di libertà alla Nazione Araba, garantita dagli Alleati, fu tradita. L'Inghilterra e la Francia si spartirono l'area Mediorientale come fosse una torta, ponendo confini e creando protettorati in base agli Accordi Sykes-Picot, risalenti al 1916.

Nel frattempo, l'Europa era preda di grandi sconvolgimenti politici: la Rivoluzione Russa era iniziata nel 1917, affermando un nuovo ordine politico che, almeno nelle intenzioni, sosteneva di difendere gli oppressi e la libertà dei popoli. In Italia, invece, un'insegnante avrebbe ben presto preso il potere, costituendo un nuovo Stato forgiandolo in base ad un modello politico che coniugasse Nazionalismo e Socialismo: il Fascismo. Anche la Germania venne investita dall'onda nazionalista di quegli anni, apprestandosi a costituire una nuova dottrina politica, ovvero il Nazismo. Nuove idee politiche che, in un modo o nell'altro, influenzarono i patrioti arabi, i quali cercavano sia un modo per liberarsi dal giogo straniero, sia una via per modernizzare la propria società, ritenuta arretrata a causa dei domini stranieri e dell’oppressione esercitata dalla religione.

Il problema arabo era principalmente la loro divisione in varie tribù e stati, senza riuscire a raggiungere un'unificazione duratura. Fu così che nel 1940, due insegnanti di Damasco, Michel Aflaq e Salah Al Bitar, costituirono nei primi anni del '40 una nuova associazione politica: il Ba'ath. Questo termine significa “Partito della Resurrezione Araba” e aveva come pilastri fondamentali il socialismo, una cultura laica ed il nazionalismo panarabo. Al primo congresso, secondo quanto riferisce lo stesso Aflaq, erano presenti solo una decina di militanti. Il partito raggiunse una dimensione rispettabile solo nel 1952, quando si unirono altri arabi, affascinati dall'ideale patriottico e socialista del Ba'ath. Il nuovo socialismo panarabo fondò uno dei motivi del suo successo proprio sulla base non confessionale del partito: potevano aderirci sia musulmani sia cristiani, senza nessuna discriminazione religiosa. Infatti, nell'ideologia ba'athista, non contano le convinzioni religiose, ma l'appartenenza culturale alla Nazione Araba. Un altro motivo di successo fu il fatto che chiunque, sia uomini che donne (considerate pari agli uomini), potesse aderire al Partito e svolgere un ruolo attivo in esso.

Il Ba'ath, nel 1963, prese il potere sia in Iraq che in Siria. In Iraq, durò fino al novembre dello stesso anno, quando cadde sotto la pressione dei militari. Venne formato un nuovo governo Ba'athista iracheno solo nel 1968. In Siria, invece, furono i militari a condurre il golpe e a consegnare il governo ai baathisti. Il Ba'ath siriano non per questo fu esente dai problemi: ebbe diversi colpi di Stato fino al 1971, anno in cui Hafiz Al-Assad, padre di Bashar, conquistò il potere. Con Assad padre al potere, la Siria subì una vera e propria svolta: un alawita, membro di una minoranza religiosa, guidava per la prima volta la Nazione. Hafiz Al-Assad seguì la linea socialista del partito, nazionalizzando le imprese, rafforzando l'etica laica e panaraba e avvicinandosi al blocco sovietico, compiendo così la rivoluzione ba'athista in Siria. Numerose furono le riforme sociali e le opere pubbliche da lui promosse: la Siria raggiunse l'autosufficienza energetica, fu migliorata l'istruzione pubblica e fu ammodernato l'esercito. Altri tipi di riforme compiute durante il suo governo contribuirono a innalzare il tenore e la qualità della vita. Nel 1982, represse la ribellione di Hama, condotta dalla Fratellanza Musulmana (associazione di musulmani sunniti) rendendo più solido il suo potere e tenendo unito lo Stato; ciò diede la possibilità ad Assad padre di eliminare l'articolo della Costituzione in cui si affermava che solo i musulmani potevano essere presidenti siriani.

La politica estera di Hafiz Al-Assad era controversa: da una parte sosteneva le nazioni arabe contro Israele, tanto da combattere una guerra contro quest'ultima nel 1973, conflitto che si concluse con l'occupazione delle Alture del Golan (rivendicate dalla Siria tutt'oggi). Dall'altro canto, invece, ruppe i rapporti con l'Iraq ba'athista di Saddam Hussein, evento che indusse la Siria, negli anni '90, a sostenere l'intervento occidentale in Kuwait. Una delle motivazioni di questa scelta politica, ovvero di rompere con Hussein, fu anche il fatto che il Ba'ath siriano era più orientato verso il socialismo, mentre quello iracheno aveva un'impronta più fascista.

Hafiz Al-Assad morì nel 2000, lasciando il posto al figlio Bashar Al-Assad. Quest’ultimo - in rottura con la politica estera del padre - ha riallacciato i rapporti con Hussein, sostenendolo in occasione dell'aggressione americana nel 2003, ed ha tentato una risoluzione diplomatica con Israele per la questione delle Alture del Golan. Inoltre, Assad figlio, ha promosso delle riforme sociali e modernizzato l'economia del paese, stretto un' alleanza con l'Iran e con i paesi dell'ex-blocco comunista, come Russia e Cina.

La Siria, tramite Bashar Al-Assad e l'ultimo baluardo esistente del Ba'ath, si rende quindi portavoce e protettrice delle aspirazioni arabe e del Medio Oriente, tentando di compiere la missione che il Ba'ath si era prefissato: la liberazione della Nazione Araba dall'oppressione straniera.